Crotone, chiesta la riapertura del sito archeologico di via Napoli: fu scoperto oltre 30 anni fa

Le associazioni terranno un sit-in giovedì 20 maggio per sollecitare la fruibilità dell'area venuta alla luce negli anni ’80 durante la ristrutturazione dell’edificio che ospita un istituto di credito

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di Redazione
19 maggio 2021
06:30

Dopo aver chiesto la riapertura del Castello Carlo V, il Comitato Antica Kroton torna a manifestare per chiedere che venga reso fruibile un altro sito archeologico della città, quello che si trova sotto l’edificio di via Panella, che ospita la Bper Banca (ex Banca Popolare), venuto alla luce negli anni ’80 e mai aperto al pubblico.

Un’area archeologica in centro città

«Nel 1987 – ricorda il comitato in una nota- in seguito agli scavi effettuati dalla Banca Popolare di Crotone per ristrutturare l’ex clinica De Vennera, posta tra le vie Panella - Roma e Cutro, viene alla luce una parte consistente di isolato del quartiere meridionale dell’antica città di Kroton. L’area riaffiorata copre una superficie di circa 800 mq, l’intero piano di sedime del vecchio fabbricato. Dopo il cantiere di via Tedeschi diventa l’area archeologica più estesa scavata e salvaguardata nella nostra città. La Soprintendenza archeologica della Calabria, all’inizio dell’anno successivo, per evitare che l’area archeologica vada distrutta, emana il vincolo di tutela e, qualche anno dopo, nel 1990, comunica sia al Comune di Crotone che alla Banca Popolare le prescrizioni per realizzare il fabbricato, salvaguardando i resti archeologici e subordinando l’approvazione del progetto all’utilizzo pubblico del porticato per la fruibilità dell’area archeologica sottostante».


Sito usato come garage

«Il 30 gennaio 1990 – si legge ancora nella nota - il Comune di Crotone, settore urbanistica, rilascia alla BPC regolare concessione edilizia in variante per la ristrutturazione e il restauro del fabbricato di via Panella, alle condizione che l’Istituto di credito elimini le chiusure al porticato e, con l’obbligo, di rispettare tutte le prescrizioni della Soprintendenza Archeologica in particolare, come previsto al punto 16 della concessione, che il porticato, di circa 340 mq, venga utilizzato a servizio della area archeologica. Completata la realizzazione del fabbricato, la Bpc invece di cedere al Comune di Crotone l’area archeologica compreso il soprastante porticato, inizia ad usare abusivamente quest’ultimo come garage per le proprie autovetture di servizio. Anzi nel 1995 la Banca presenta al Comune domanda di sanatoria edilizia per l'uso a parcheggio privato del porticato citato».

Sanatoria respinta

«La domanda di sanatoria – è scritto nella nota - viene respinta dal Comune di Crotone. La Banca con immediatezza ricorre al Tar della Calabria avverso il provvedimento del Comune di diniego della domanda di sanatoria. Il Tribunale Amministrativo Regionale della Calabria il 2002 respinge il ricorso proposto dalla Banca Popolare di Crotone che prontamente ricorre in appello presso il Consiglio di Stato. Anche il Consiglio di Stato, con sentenza del 30/03/2007, respinge il ricorso in appello presentato in modo così solerte dall’Istituto di credito crotonese».

«Sono trascorsi 14 anni dalla sentenza del Consiglio di Stato, con una concessione edilizia ancora da onorare. Nessuno – conclude il comitato - tra politici, amministratori, funzionari e dirigenti in tutti questi anni ha mosso un dito per riprendersi questo spazio che è di tutti, soprattutto patrimonio culturale della città, un frammento di quella grande e nobile città “di sotto”, l’Antica Kroton».

Per questo, oggi, le associazioni crotonesi chiedono che l’area sia resa fruibile. Il sit in pacifico avrà luogo giovedì 20 maggio alle 11 in via Panella.

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