Carcere e inclusione

I detenuti della casa circondariale di Paola s’improvvisano attori per un giorno

VIDEO | Col supporto del centro sociale Frassati e dell’associazione Brave Ragazze, nella casa circondariale di Paola è stata portata in scena la natività con uno spettacolo teatrale al quale hanno potuto assistere anche i parenti dei detenuti. Un progetto che conferma l’apertura alla società civile di una struttura sempre più integrata con il territorio

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di Francesco Frangella
10 gennaio 2023
17:07

Nella casa circondariale di Paola proseguono le attività finalizzate ad azzerare la distanza con l’esterno. Dopo gli ottimi risultati raggiunti con i corsi di formazione e con le iniziative atte a coinvolgere i detenuti in attività lavorative esterne, l’ultimo progetto portato a termine ha riguardato la valorizzazione della vocazione artistica delle persone ospitate nella struttura, che hanno messo in scena uno spettacolo teatrale al quale, in via eccezionale, hanno potuto assistere anche i parenti.

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Col supporto del centro sociale P.G. Frassati e dell’associazione Brave Ragazze, è stata allestita una rappresentazione che, partendo da uno sketch di Natale in casa Cupiello (celeberrima opera di Edoardo De Filippo) si è poi sviluppata con ricostruzioni della natività e racconti di stampo personale che hanno emozionato sia gli attori amatoriali che il pubblico presente.


In tutto uno spettacolo dalla durata di oltre un’ora, al termine del quale il gradimento della platea è stato testimoniato da scroscianti applausi che, condivisi tra quanti hanno collaborato all’allestimento, sono riecheggiati in ogni ambiente della struttura, diffondendosi anche tra gli agenti della polizia penitenziaria che, anche se per un breve lasso di tempo, hanno dato l’impressione di essere meno austeri del solito.

In un ambiente sempre più al passo con le direttive suggerite dalle nuove tendenze legate all’esperienza inframuraria, nella casa circondariale di Paola prosegue l’iter finalizzato al recupero completo dei detenuti, sempre più coinvolti in attività funzionali a dare un senso all’esperienza carceraria, ormai stabilmente improntata a valorizzare l’aspetto riformatorio della pena, vero e proprio sprone per consentire il reinserimento sociale, obiettivo che la direttrice Emilia Boccagna persegue pervicacemente (e con ottimi risultati).

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