La missione istituzionale a Belvedere Marittimo, coordinata dall’Istituto Calabrese di Politiche Internazionali del presidente Salvatore La Porta, si è svolta in virtù di un accordo triennale sancito lo scorso anno che pone al centro la formazione superiore, la ricerca applicata e la promozione del dialogo interculturale
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Per una settimana, dal 6 al 12 luglio, la Calabria ha ospitato la delegazione ufficiale della May University del Cairo per sancire un accordo di internazionalizzazione degli studi, fortemente voluto dall’Istituto Calabrese di Politiche Internazionali, l'ente presieduto da Salvatore La Porta. Fulcro degli eventi è stata la città di Belvedere Marittimo e più precisamente la sede dell’azienda Gamian Consulting. Fondata nel 2019, la May University del Cairo coniuga didattica multidisciplinare e approccio al problem‑solving, promuovendo leadership giovanile, inclusione ed empowerment femminile in costante dialogo con le sfide globali.
La missione istituzionale
La missione istituzionale si è svolta in virtù di un accordo triennale sancito lo scorso anno, che pone al centro la formazione superiore, la ricerca applicata e la promozione del dialogo interculturale. In Calabria è arrivato un gruppo di docenti e studenti provenienti dai corsi di medicina, scienze applicate, lingue ed economia. La scelta dei profili testimonia la volontà di instaurare sinergie interdisciplinari con l’Università della Calabria e con l’Università della Tuscia, partner accademici chiamati a condividere progetti di mobilità, doppi titoli e ricerca congiunta.
La sintonia tra Italia ed Egitto
A rappresentare la May University del Cairo, c’era la direttrice delle relazioni internazionali, Rania Mohamed Abdel Mageed, affiancata dal professor Taha Mattar, referente per l’area euro‑mediterranea, e da un gruppo selezionato di docenti e studenti egiziani.
«Visitare l’Italia è sempre un piacere – ha detto la direttrice -. Ci sono molte ragioni per scegliere l’istruzione italiane, che è tra le migliori. Perché scegliere la Calabria, in particolare? Perché in questa parte dell’Italia sembra di stare in Egitto. Così, gli studenti non avranno timore ad attraversare il Mediterraneo e venire nei Paesi europei».
Parola d’ordine: internazionalizzazione
«Il nostro focus centrale è quello di internazionalizzare l’Università degli Studi della Tuscia – ha dichiarato Stefano Speranza, docente e responsabile delle relazioni internazionali dell’ateneo viterbese -. La nostra università ha indicativamente 9mila studenti ma più del 10% sono studenti internazionali. Noi puntiamo molto a questa logica di internazionalizzazione e grazie al nostro rettore, il professor Stefano Ubertini, abbiamo lavorato molto per i contatti internazionali. In questa splendida località abbiamo incontrato i colleghi della May University del Cairo, con cui stiamo valutando efficacemente quando avviare il nostro protocollo di cooperazione».