È venuto a mancare a 13 anni a causa di una malattia genetica rara. I genitori ne mantengono vivo il ricordo con iniziative che portano il suo nome: «La città non l'ha mai dimenticato». Il sindaco Scarcella: «Storia d'amore vero»
Tutti gli articoli di Cultura
PHOTO
Andare oltre le etichette e i limiti mentali per concepire la disabilità come normalità. Emozioni e sentimenti intensi si sono vissuti a Gioia Tauro in occasione della presentazione del volume “Il meraviglioso viaggio di Karol” di Barbara Sidoti.
L’appuntamento, di domenica mattina, presso il Museo Archeologico Mètauros, con il patrocinio dell’amministrazione comunale, rientrava nella rassegna nazionale “Il Maggio dei Libri”.
«È stato emozionante condividere la storia di mio figlio Karol, qui a Gioia Tauro, città che non l'ha mai dimenticato».
L’amore di mamma Barbara per il proprio piccolo, un bimbo affetto da una malattia genetica rara, la trisomia 9 a mosaico, ha commosso tutti, con il suo messaggio pervaso di fede e speranza. Karol è venuto a mancare a 13 anni, il 28 dicembre 2022, a causa di un peggioramento improvviso delle precarie condizioni di salute. Da allora, i genitori, Barbara e Valerio, hanno creato un'associazione in suo ricordo, “Karol e i Numeri Primi”, con lo scopo di aiutare le famiglie con figli con disabilità, e favorire la pratica del gioco delle bocce, sport che Karol amava tanto.
«Karol: figlio, fratello, amico di tutti» ha affermato durante la presentazione dell’opera letteraria l’assessore alla cultura di Gioia Tauro Domenica Speranza. Ed è proprio vero. La collettività gioiese, prima come adesso, si è stretta con tenerezza attorno a questa storia dolorosa e, allo stesso tempo, carica di sentimenti positivi.
Nel libro, mamma Barbara narra la vita con il suo piccolo, un percorso fatto di cadute e conquiste quotidiane. Racconta dei momenti di difficoltà e della gioia di aver conosciuto quell’anima speciale. Una rievocazione al servizio di chi si trova in situazioni simili, che insegna ad accettarle ed evidenzia che anche la sofferenza ha un senso nel disegno divino.
Un’esperienza che spinge a guardare al di là della disabilità e i confini dei pregiudizi. Così come ha rimarcato Angela Di Gioia, pedagogista clinica, insegnante di sostegno di Karol, che ne abbracciò la causa e, in sua memoria, ha intitolato l’aula dove, ogni giorno, gli alunni lo ricordano con affetto.
«Una storia d’amore vero – ha sottolineato nel proprio intervento il sindaco di Gioia Tauro Simona Scarcella -. Ogni vita è preziosa e risponde a un percorso. Non c’è diversità, Dio ama le varietà infinite. Karol è ancora vivo, poiché ha lasciato un testimone importante, che ancora oggi produce i suoi frutti».
Mamma Barbara ha trasferito l’amore per il figlio ad altri bambini nelle sue condizioni. È diventata tecnico paralimpico di bocce, per consentire ai piccoli di praticare l’attività sportiva che aveva iniziato con Karol, continuando così la propria missione.