'Ndrangheta, Gratteri nel Vibonese: «Mi odiano? Significa che stiamo facendo bene»

VIDEO | Il procuratore di Catanzaro a San Nicola da Crissa: «Stanno cadendo templi massonici, c'è nuova fiducia nelle istituzioni». Il correntismo in magistratura? «Mai aderito». L'antropologo Teti: «Mitologia mafiosa può essere sostituita» 

di Agostino Pantano
20 agosto 2020
14:09

Torna nella provincia delle operazioni Rinascita Scott e Imponimento, il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, e lo fa per partecipare ad una conversazione su “Immagini, Mitologie e Realtà” organizzata dal Comune di San Nicola Da Crissa.

 


Nel paese del Vibonese di cui è originario l’antropologo Vito Teti, è stato proprio il docente a instradare i temi culturali di un confronto che ha impegnato anche il giornalista Michele Albanese, cronista calabrese che vive sotto scorta da 6 anni.

«I templi massonici»

Non è stata nominata la madre di tutte le indagini, quella che nei prossimi giorni culminerà con l’udienza preliminare a Roma per 456 inquisiti, ma tutta la riflessione nella piazza gremita si è incentrata sul suo esito definito rivoluzionario.

 

«Diversi templi massonici stanno cominciando a cadere», ha detto il capo della Procura di Catanzaro, con Albanese che – per allargare il raggio – ha sottolineato come «questa nuova fiducia verso le istituzioni deve essere accompagnata da una robusta presa di coscienza culturale e sociale».

Dopo i saluti del sindaco Giuseppe Condello, che ha ricordato anche gli altri due eventi antimafia che si susseguiranno a partire da stasera, Teti ha rilanciato il concetto di una «mitologia 'ndranghetista che il calabrese può sostituire con il richiamo ad un bisogno di legalità che mai come oggi è realtà».

 

Una piazza molto gremita, tra gli altri nel pubblico si sono notati i vertici provinciali delle forze dell’ordine e il sindaco del capoluogo, Maria Limardo, ha ascoltato parole precise anche rispetto alle critiche da rivolgere ai Palazzi.

«Stiamo facendo bene»

«Alle parole di odio – si è sfogato Gratteri – sono abituato e le interpreto come il segno che stiamo facendo bene. Ho spalle abbastanza larghe e non cadrò mai in un fallo di reazione». Rispondendo alle domande del nostro network, il magistrato inoltre si è detto convinto «che il tempo dirà se meritiamo il consenso anche delle altre istituzioni e del sistema dei partiti, visto che l’appoggio dei cittadini c’è e ci dà fiducia».

Parole che lasciano intendere l’avvio di un percorso col quale Gratteri vuole abbassare al massimo il rischio di un isolamento – «abbiamo impiegato 2 anni per derattizzare gli uffici», ha detto – in un uno con le sue dichiarazioni finali che si riferiscono al contesto nazionale quando, rispondendo alle domande del cronista, ha dichiarato «non ho mai avuto bisogno di aderire ad alcuna corrente interna alla magistratura», concludendo: «Rimarrò in Calabria per il tempo necessario».

Giornalista
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