Nuccia Benvenuto, l’impegno sociale e culturale di una docente calabrese, scrittrice, narratrice e grande analista del ruolo delle donne nella nostra storia.

Prima di tutto: chi è veramente Nuccia Benvenuto.
«Beh, Nuccia Benvenuto è una donna che non si accontenta e scava. Dietro la me scrittrice, narratrice, docente e ti dirò di più, figlia, moglie e madre, c’è una donna consapevole, appassionata e determinata. Con tanta voglia di conoscere ancora, di sperimentarsi, di vivere».

Hai appena ricevuto il Premio letterario dedicato a Galeazzo di Tarsia, con una giuria presieduta da una discendente del poeta, l'avvocato Carola di Tarsia, composta da esponenti di primissimo piano del mondo letterario. Una bella soddisfazione.
«Soddisfatta e felice che i risultati dei miei studi, delle mie lunghe ricerche e delle mie riflessioni siano state premiati da una giuria di qualità. Le motivazioni sono state: la linearità e maturità di pensiero, la lodevole precisione linguistica, l’ampia bibliografia e per finire l’analisi sociale e culturale della condizione delle scrittrici contemporanee calabresi. In realtà ho solo seguito il filo del mio pensiero e l’impulso del cuore e questo, come mi ha detto Carola di Tarsia, è stato apprezzato».

Torniamo al ruolo delle donne. Parliamo della scrittura al femminile, della narrazione come veicolo di emozioni.
«Noi donne siamo diverse dagli uomini e la nostra scrittura è di conseguenza diversa: non sono d’accordo con chi dice che la scrittura è unica. Parlare di scrittura al femminile non mi pare affatto discriminante, anzi è qualificante E poi, le donne con la letteratura sono venute fuori, in superficie, dopo essere rimaste secoli negli abissi. Eccole finalmente: prima naufraghe, ora viaggiatrici dell’universo mondo».

I tuoi libri. Cominciamo con l’ultimo.
«L’ultimo è Di tante la voce, Edizioni Clandestine, 2024, una raccolta di profili di scrittrici di tutti i tempi e luoghi dimenticate dalla storia. L’idea è venuta dal mio blog www.nucciabenvenuto.it sul quale continuo a scrivere dal 2017 una pillola al mese. Un riscatto, in tutti i sensi, della storia femminile, perché letteratura e vita non possono essere separate».

Per LaC News24 stai raccontando e valorizzando le figure femminili nella nostra cultura, e le stai riscoprendo una ad una con grande impegno.
«Confesso che questa collaborazione mi è servita come trampolino per il saggio inedito vincitore e devo ringraziare la direzione per avermi coinvolta in questa riscoperta. E poi, approfondire la storia delle scrittrici calabresi mi fa sentire ancora di più legata alla mia terra».

Ha molto colpito i nostri lettori la storia di Clelia Romano, da Napoli a Gioiosa Jonica a combattere per i diritti delle donne. Cos’ha di veramente straordinario la Romano?
«Clelia Romano Pellicano è stata una vera pioniera del femminismo, ha avuto intuizioni geniali, un coraggio da leonessa, una lucidità invidiabile e un fascino sui generis; insomma: bella, colta ed emancipata. Ho letto tutto quello che si trova su di lei già da tempo, chissà che uno di questi giorni non ci sia per voi una sorpresa…».

Stai ridando voce e luce a grandi donne della nostra storia. Per il prossimo futuro, cosa pensi di fare per le donne che ancora oggi sono sottovalutate nel loro impegno culturale, nelle loro opere? In fondo tutt’oggi gli scrittori sono quasi tutti uomini, i grandi riconoscimenti vanno sempre e quasi soltanto agli uomini. Cosa provi tu davanti a questo?
«Provo grande sdegno davanti alle discriminazioni pur ammirando molti autori del passato e del presente, ho tanti amici scrittori che stimo. Penso di continuare a fare quello che molte donne stanno apprezzando, le tiro fuori dal dimenticatoio, siano esse calabresi o di tutti i paesi del mondo, scrittrici, poetesse, filosofe, donne del Risorgimento (faccio parte della commissione sulla questione di genere per l’Istituto del Risorgimento italiano), diffondo i loro scritti, rivaluto il loro impegno e ne sottolineo l’attualità. C’è un legame palpabile fra le pagine al femminile, leggendole non puoi sentirti, anche tu, parte integrante di quel mondo».

Hai scritto molti testi, hai fatto tanti lavori, quali ti hanno dato maggiore soddisfazione?
«Il mio ultimo romanzo, Presente remoto, Do it human editori, 2023, ha avuto una grande diffusione, anche a livello nazionale, Ferrara, Milano, Pisa, Pescara e naturalmente tante cittadine della Calabria e della Lucania. Sono molto legata alla figura di donna Isabella Castriota, una delle protagoniste, che è vissuta nel Seicento a Corigliano, dove sono nata io, e dove ha subito un esorcismo. Un romanzo di violenza, di amore e di ricerca delle proprie radici che parte da una storia vera e si nutre anche di fantasia».

Sei continuamente nelle scuole ad incontrare i ragazzi, a parlare loro di cultura, di storia, della voce delle donne. È un impegno davvero straordinario.
«Sì. Quando incontro i ragazzi nelle scuole, a prescindere dai miei alunni, mi rendo conto di quanto sia necessaria una nuova narrazione sulla storia che includa le donne e un’educazione sentimentale che andrebbe rivolta anche agli adulti, sia uomini che donne. Aiuterebbe a superare gli stereotipi, i pregiudizi che purtroppo ci portiamo tutti dentro; forse farebbe diminuire l’ondata di violenza che si abbatte sulle donne. La certezza e la crudeltà della pena dovrebbero essere accompagnata da un lavoro di riconoscimento del valore delle donne. Che oggi è ancora minimo. La letteratura, la poesia, la cultura potrebbero davvero cambiare le cose facendo trovare a chiunque il proprio posto nel mondo: perché vivere non è altro che questo, un’infinita ricerca di noi stessi attraverso gli altri».