L’evento, giunto alla sua XIV edizione, raddoppia le giornate e punta a valorizzare il territorio attraverso la lettura: «Dimostriamo che i libri possono ancora creare economia, mercato e lavoro»
Tutti gli articoli di Cultura
PHOTO
E siamo arrivati alla XIV edizione del Premio Letterario Caccuri. L’Accademia dei Caccuriani ha da sempre scelto il libro e la lettura come strumenti privilegiati per la promozione del territorio in cui è nata. Il Premio è riconosciuto come uno dei più importanti d’Italia.
L’Accademia ha saputo costruire un vero e proprio festival: un contenitore ricco di iniziative ed eventi dedicati alla valorizzazione turistico-culturale del territorio. Storia, usi, costumi, musica ed imprenditoria, enogastronomia e molto altro diventano protagonisti di un percorso che unisce cultura e identità locale, creando occasioni uniche di incontro e scoperta.
L’intervista al presidente del Premio letterario Caccuri, Adolfo Barone
Presidente, allora iniziamo subito con i finalisti della XIV edizione del Premio Letterario Caccuri.
«Come tutti gli anni il comitato scientifico di saggistica ha voluto focalizzarsi su temi di grande attualità e quindi si è arrivati alla seguente selezione: Gad Lerner con “Gaza. Odio e amore per Israele” (Feltrinelli), Monica Maggioni con “Spettri” (Longanesi), Alessandro Sallusti con “L’Eresia liberale” (Rizzoli) e Gennaro Sangiuliano con “Trump. Vita di un presidente contro tutti” (Mondadori)».
Anticipiamo qualche novità di questa edizione?
«La novità più evidente è il maggior impulso alla promozione del territorio e della stessa Calabria: basti pensare che le giornate del premio sono passate da 8 a 14».
L’Accademia dei Caccuriani ha da sempre scelto il libro e la lettura come strumenti privilegiati per la promozione del territorio in cui è nata. Tanti in Italia c’hanno provato; voi in Calabria, in un piccolo borgo, ci siete riusciti. Qual è il segreto?
«Il segreto è l’amore. L’amore per la lettura, per la cultura, per questo piccolo borgo e per le sue storie. Crediamo che la bellezza di un libro sia la stessa che si ritrova nelle pietre antiche di Caccuri e nei sorrisi della sua gente. Quando si mette il cuore in quello che si fa, quando ci si sente parte di un sogno più grande, tutto diventa possibile. E così anche un piccolo borgo può diventare un faro di cultura e di speranza».
L’Accademia dei Caccuriani attorno al libro ha saputo costruire un vero e proprio festival: un contenitore ricco di iniziative ed eventi dedicati alla valorizzazione turistico-culturale del territorio. Un evento straordinario, soprattutto al Sud.
«Grazie per queste parole che ci riempiono di orgoglio! In effetti, il nostro sogno è sempre stato quello di fare del libro e della lettura un punto di partenza per raccontare la bellezza di Caccuri e di tutta la Calabria. Sapere che il nostro festival viene percepito come un evento straordinario, soprattutto al Sud, ci dà ancora più forza per andare avanti e per continuare a credere nella cultura come strumento di crescita e di riscatto. Abbiamo sempre avuto la consapevolezza che attraverso il libro e la lettura si poteva creare economia, mercato e lavoro».
Se è vero che la bellezza salverà il mondo, è altrettanto vero che la cultura aiuta a crescere e a capire meglio il mondo.
«Hai proprio ragione! La bellezza, come diceva Dostoevskij, salverà il mondo. E la cultura – che è la forma più profonda di bellezza – ci aiuta non solo a crescere, ma anche a dare un senso più ampio alla nostra vita. Come affermava Socrate, “una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta”. La cultura è proprio questo: un viaggio continuo di scoperta che ci rende più consapevoli e più umani. È ciò che cerchiamo di trasmettere attraverso il nostro festival: l’idea che leggere, confrontarsi e condividere ci avvicini un po’ di più alla verità e alla bellezza del mondo».
Il premio ormai va ormai oltre Caccuri, oltre la Calabria, ed è un grande strumento di promozione della cultura italiana. Perché come abbiamo già detto: la cultura aiuta a crescere, a guardare avanti, a contribuire ad una società migliore.
«È vero: la cultura aiuta a crescere e a capire meglio il mondo, e noi dell’Accademia dei Caccuriani siamo convinti che una promozione davvero efficace della Calabria si debba fare anche – e forse soprattutto – fuori dai confini calabresi. È per questo che abbiamo portato iniziative come lo spettacolo Il viaggio dei Bronzi di Riace in città come Venezia, Padova, Milano, Roma e non solo. E non ci fermiamo qui: stiamo preparando un progetto che coinvolgerà tutte le comunità calabresi nel mondo, a cominciare dall’Argentina e dall’Uruguay. La cultura è un ponte che ci unisce, e noi vogliamo costruirlo sempre più grande e più solido!»
In conclusione presidente…
«Come ho appena detto, noi dell’Accademia siamo sempre più convinti che la promozione della Calabria, anche dal punto di vista turistico, debba essere fatta al di fuori dei confini calabresi, non solo all’interno. Perché noi calabresi la nostra terra la conosciamo già, ma il punto è farla conoscere a chi ancora non la conosce. E portare gente, soprattutto nei borghi meno frequentati, che sono delle vere eccellenze dal punto di vista storico, ambientale e culturale, ma che restano ancora poco valorizzati e spesso sconosciuti».
Per raggiungere questi obiettivi, così ambiziosi è indubbio che ci debba essere il sostegno pubblico.
«Noi crediamo che sia fondamentale lavorare su questo fronte e chiediamo, sempre di più, il supporto delle istituzioni e della Regione Calabria stessa. Non possiamo non ringraziare la Regione, perché se oggi possiamo fare tante cose è anche grazie al suo sostegno. Tuttavia, dobbiamo dire che, al momento, il tutto avviene in modo un po’ frammentato, con poca sinergia tra i vari attori e con chi lavora ogni giorno sul campo.
Invece serve un vero coordinamento, un tavolo di confronto tra la Regione, i funzionari, i Comuni e gli operatori, per costruire insieme un percorso che porti finalmente la Calabria a diventare una meta turistica di eccellenza, come merita. Noi siamo convinti che questo sia possibile e ci auguriamo davvero che le istituzioni non si sottraggano a questo appello. Io ci credo moltissimo!»