Un uomo che viaggia in treno, è un disabile in carrozzina a causa di un incidente avvenuto 8 anni prima, che soltanto su quel vagone, seduto come tutti, si sente uguale agli altri. Uno sguardo fuori dal finestrino, un altro su quelle vite che siedono accanto a lui. E proprio in quel momento, scorgendo le difficoltà altrui, si rende conto di non essere poi così diverso. È il protagonista dell'ultima fatica letteraria della scrittrice catanzarese Daniela Rabia, "Tracce di futuro, storia di una disabilità apparente", una lotta al pregiudizio.

È una lotta al pregiudizio il nuovo libro della scrittrice catanzarese Daniela Rabia che attraverso le vicende di un disabile che viaggia in treno, racconta la storia di una disabilità apparente. 

«Tracce di futuro è quello che il protagonista vuole lasciare per un futuro che verrà, "storia di una disabilità apparente" è il sottotitolo che dice molto più del titolo perchè lui è un disabile apparente - spiega l'autrice -. Al termine di questo viaggio lui dice: "non sono io il disabile, siete voi che mi guardate in maniera strana, con sguardo pietistico e non capite che io sono uguale a voi. In realtà questo disabile sono io che sono diversamente abile perchè la vita piano piano mi ha tolto tante cose fondamentali e io ho cercato di insistere su altre cose per pareggiare i conti».

Il treno, l’elemento chiave


Il quindicesimo libro della Rabia, tra romanzi, racconti, poesie e guide cineturistiche, nasce proprio su un treno che di questo lavoro è l'elemento chiave. «Ero in treno, stavo andando a Reggio Calabria a un corso di formazione per giornalisti - racconta -, io avevo osservato tanti disabili anche perchè nell'ultimo anno purtroppo ho avuto mia madre che aveva difficoltà a deambulare e mi rendevo conto delle difficoltà motorie. E allora in quel treno ho preso un foglio e ho iniziato a scrivere. In realtà questo libro l'ho scritto quasi interamente sui treni. Ogni sabato prendevo un treno, arrivavo in una destinazione, stavo due minuti e ritornavo. Perchè dovevo solo scrivere».


Un viaggio dunque come metafora dell'esistenza: «Il protagonista del libro gira tante tappe in Calabria e non solo ma la destinazione è se stesso. Quel se stesso che aveva smarrito. Di certo non si può ritrovare per com'era otto anni prima, però in ogni stazione supera un pezzo buio della sua vita e ritrova la luce. E già posso anticipare che il io prossimo romanzo si intitolerà "Luce"».