Vibo, barricata in negozio contro il Dpcm. La solidarietà della città: «Sei la voce di tutta la Calabria»

VIDEO | La commerciante protesta contro le restrizione imposte dal Governo: ieri ha iniziato anche lo sciopero della fame. Fiori e parole di conforto sono arrivati dai suoi concittadini

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di Cristina Iannuzzi
10 novembre 2020
15:48

Ha trascorso la prima notte in negozio. Nel suo negozio. Decisa a proseguire lo sciopero della fame iniziato ieri mattina. È la battaglia di Angela Bonaventura, la commerciante di Vibo Valentia, che ha deciso di barricarsi all'interno della sua attività commerciale per protesta contro un Dpcm che sta condannando a morte il commercio in una delle province più povere d'Italia. E davanti al suo negozio di abbigliamento, in via Popilia, prosegue il via vai di persone, per testimoniare vicinanza a una donna da vent’anni nel commercio, che con la seconda serrata rischia di vedere svanire i suoi progetti di vita.

La solidarietà dei vibonesi

Parole di conforto e omaggi floreali. Come il mazzo di girasoli ricevuti stamattina da due commercianti. Nel biglietto un lungo messaggio: "per la tenacia e il coraggio che in questi giorni stai dimostrando nell'essere la voce di una intera Calabria … sono certa che Vibo si farà sentire insieme a te.. Lotta Angela perché non sei sola… siamo con te.. Calabria Terra amara, Terra amata da noi calabresi. Un girasole, un segno di speranza per quello in cui credi, per la forza viva nei tuoi occhi.. Non parlo da vibonese, ma da calabrese e a nome di tutti i calabresi voglio dirti grazie".


Il secondo giorno di digiuno

Provata dalle ore di digiuno, ha ancora la forza per gridare il suo dolore per una decisione che reputa ingiusta: «Ci hanno costretto a chiudere solo per l'inefficienza delle strutture sanitarie a fronteggiare l'emergenza Covid. Noi cittadini ci siamo comportati sempre bene, abbiamo rispettato tutte le regole. Ma non è servito a nulla». All’interno del negozio gli scatoli ancora sigillati. C’è la nuova collezione che non potrà vendere, ma dovrà pagare ai fornitori.

L'appello di Angela

«Con quali soldi – si domanda amareggiata-, con gli annunciati ristori? E l’affitto? Le bollette? La spesa? Chi penserà a me? E chi penserà a tutti quei commercianti come me che difficilmente riusciranno ad alzare le saracinesche, dopo questa nuova, inspiegabile e inaccettabile chiusura».

 

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Giornalista
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