Dopo l’incontro al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, le sigle sindacali insistono su un monitoraggio costante del progetto di digitalizzazione e denunciano ritardi, pressioni operative e incertezze sul futuro dei lavoratori
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C’è una vertenza a Crotone aperta da anni, quella dell’Abramo Customer Care, che quando sembra intravedere una luce ripetutamente subisce un rallentamento. Per questo le sigle sindacali SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL, a seguito del secondo incontro tenutosi il 19 giugno presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), hanno deciso che il monitoraggio per valutare lo stato d’avanzamento del progetto dovrà continuare su base trimestrale con possibilità di convocazioni straordinarie.
E’ chiaro dunque di come le OO.SS non si fidino di come proseguono i lavori del tavolo intrapreso, avvertendo il pericolo che la crisi paventata nel settore delle telecomunicazioni diventi un ulteriore alibi per eludere gli impegni assunti, così come gli stessi dichiarano in una nota senza mezzi termini.
I sindacati hanno espresso forte preoccupazione, ribadendo la necessità di garantire una prospettiva concreta e stabile al progetto di digitalizzazione, considerato strategico per la riqualificazione del personale e per la tenuta occupazionale. Le richieste principali: pieno rispetto degli accordi sottoscritti a dicembre 2024; definizione di una tempistica chiara e condivisa per rendere strutturale il percorso di riconversione; maggiore responsabilità da parte di aziende e istituzioni coinvolte.
Al tavolo erano presenti le Segreterie Nazionali e Regionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL, le RSA aziendali, i rappresentanti di Konecta, Abramo CC, TIM e Fibercop, oltre ai delegati delle Regioni Calabria e
Sicilia. Konecta ha illustrato lo stato di avanzamento del nuovo progetto di digitalizzazione delle cartelle sanitarie, evidenziando come circa 100 lavoratori precedentemente impiegati sul servizio Fibercop siano stati ricollocati su questa nuova attività, in seguito a un consistente calo dei volumi gestiti. La ricollocazione è avvenuta mantenendo condizioni lavorative equivalenti, ma ha generato una maggiore pressione operativa sul nuovo comparto.
Fibercop, che non aveva partecipato all’incontro di maggio, ha motivato la riduzione del traffico – stimata intorno al -7% rispetto all’inizio del 2025 – come un fenomeno fisiologico legato all’evoluzione del mercato. L’azienda ha anche precisato che Konecta continua a gestire la parte prevalente delle attività relative alla risoluzione guasti. TIM, da parte sua, ha confermato la contrazione dei volumi, imputandola a cambiamenti strutturali del settore e all’adozione di nuove tecnologie.
Ricordiamo che alla fine dell’anno scorso l’azienda Konecta ha assorbito i lavoratori provenienti dalla ex Abramo Customer Care: 185 dalla sede di Crotone e 95 da quella di Montalto Uffugo per le attività legate
alla commessa Fibercop ed altri 560 lavoratori di Crotone sono stati assunti per l’ambizioso progetto di digitalizzazione delle cartelle sanitarie voluto dalla Regione Calabria per salvaguardare circa 1000 posti di lavoro. A quel punto la Regione Calabria stanziò 15 milioni di euro promuovendo un modello di digitalizzazione coinvolgendo Poligrafico dello Stato (che ha svolto la gara), Tim (che si è aggiudicato l’appalto) e Konecta (che gestisce la commessa per conto di Tim).
Tuttavia, come emerso nel recente tavolo ministeriale, a causa del calo dei volumi della commessa Fibercop, è stata necessaria la ricollocazione di circa 100 addetti sul progetto della digitalizzazione che ha generato una forte pressione operativa con un eccesso di personale su questo progetto che non deve essere la soluzione a tutti i mali creati da altre attività.
Ulteriore elemento di criticità riguarda i 90 lavoratori precari “a progetto” (LAP), esclusi dagli accordi iniziali e rimasti senza contratto dopo novembre 2024. Solo a marzo 2025 Konecta si è impegnata a stabilizzarli, assumendoli con contratti a tempo determinato formalizzati a maggio e validi fino alla fine dell’anno. Questa soluzione è giudicata dai sindacati temporanea e insufficiente, che richiede un impegno più chiaro per la stabilizzazione definitiva.