L’oro di Reggio Calabria

Bergamotto, gravi danni dopo l’ondata di caldo. Il presidente del Comitato di tutela: «Si studino soluzioni per la prossima estate»

Pasquale Amato invita i coltivatori a non abbandonarsi al catastrofismo, ma allo stesso tempo chiede alle istituzioni azioni immediate per salvare il salvabile e decisioni per prevenire i problemi quando il fenomeno si ripeterà

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di Redazione
31 luglio 2023
14:38

Il supercaldo non ha risparmiato neanche le colture. Tra quelle che hanno risentito degli effetti delle alte temperature registrate nei giorni scorsi il bergamotto, eccellenza del Reggino. A lanciare l’allarme Pasquale Amato, presidente del Comitato per il bergamotto di Reggio Calabria, realtà nata per difendere e salvaguardare il preziosissimo agrume reggino e che, fa sapere il suo massimo rappresentante, «ha affiancato subito le giuste preoccupazioni dei bergamotticoltori e sta adoperandosi sulla base di una triplice risposta, positiva e costruttiva».

No al catastrofismo

In primis, afferma Amato in una nota, «occorre evitare di farsi prendere la mano dal fatalismo catastrofico, atteggiamento che quando prevale porta a errori di valutazione e a errate conclusioni». 


«Non è necessario – dice – riferirsi a esempi di regioni del Nord che hanno reagito a disastri rimboccandosi le maniche. Basta ricordare che Reggio è non soltanto una delle più antiche città d'Italia e d'Europa ma anche quella che ha subito più disastri, naturali (terremoti, alluvioni, bradisismi) e per mano degli uomini, nel corso della sua lunga storia».

«È opportuno – continua – ricordare che i nostri antenati non si sono mai abbandonati a lamenti sulle catastrofi ma hanno sempre reagito ricostruendo con tenacia ciò che si era perso o era stato danneggiato. L'esempio recente più clamoroso è la ricostruzione effettuata sulle macerie del terremoto del 28 dicembre 1908. Di fronte a quella immane tragedia - con 25.000 persone morte e il 95% degli edifici pubblici e privati distrutti - i nostri antenati non si sono fatti avvinghiare dalla disperazione».

«Giuseppe Valentino, il sindaco della ricostruzione, l'on. Giuseppe De Nava, l'ing. Pietro De Nava e tanti altri, reggini doc e adottivi che presero a cuore le nostre sorti (ne cito almeno tre: Umberto Zanotti Bianco, Don Orione, Alfonso Frangipane) e di tecnici di valore inviati dallo Stato (tramite l'autorevole Ministro reggino Giuseppe De Nava) a darci una mano, non si sono attardati neanche un giorno a piangere sulle rovine e sui morti – aggiunge Amato –. Ma hanno riedificato su quelle macerie una città ancora più bella e affascinante. Questo è il giusto esempio da seguire piuttosto che abbandonarsi a frasi tipo "ora tagliamo le piante". I coltivatori sanno meglio di tutti quanti anni devono passare per rendere produttivo un bergamotteto».

Soluzioni in vista della prossima estate

Seconda risposta. «Sulla scia di questi precedenti e avendo la certezza che il "cambio climatico" non è di passaggio ma sarà un fenomeno che riproporrà in futuro scenari come quello verificatosi in queste ultime settimane torride – dichiara Amato –, occorre da subito studiare e applicare azioni che salvino il salvabile nell'immediato e studino tutte le soluzioni per prevenire il certo ripetersi del fenomeno già nella prossima estate del 2024».

«Per fare ciò – sottolinea – è prioritario imbastire subito un dialogo tra i coltivatori e tutte le loro organizzazioni, il Consorzio di tutela del bergamotto di Reggio Calabria, il Dipartimento di Agraria dell'Università Mediterranea, l'Ordine professionale degli Agronomi, la Camera di Commercio e la Stazione sperimentale delle essenze».

«Ad essi – rimarca – si devono affiancare offrendo il loro sostegno anche economico tutti gli innumerevoli soggetti dell'indotto, primi fra tutti quelli che vendono a tutto il mondo la preziosissima essenza del bergamotto di Reggio Calabria (Dop dal 2001) e la Camera di Commercio Metropolitana che può vantare da sempre il primato assicurato dalla stessa essenza nei rapporti commerciali internazionali».

La chiamata alle istituzioni

Infine, dice ancora Amato, «gli enti istituzionali locali - prima fra tutti la Città Metropolitana di Reggio Calabria, l'assessorato per le Attività produttive del comune capoluogo e i sindaci di tutti i comuni riconosciuti dall'Europa come area di produzione della Dop del principe mondiale degli agrumi - l'assessorato all'Agricoltura della Regione, il ministero delle Risorse Agricole e la Commissione Europea dovranno sostenere e finanziare la ricerca di soluzioni concrete per salvare il salvabile subito e per prevenire con azioni adeguate il quasi certo ripetersi del fenomeno nel 2024. Il bergamotto di Reggio Calabria è un patrimonio di valore assoluto che riguarda il nostro territorio metropolitano, l'Italia, l'Europa e il mondo. E tutti sono chiamati a difenderlo e preservarlo».

Amato conclude: «Confermo quanto ho già dichiarato nei giorni scorsi: il Comitato per il bergamotto di Reggio Calabria sarà in prima linea nell'azione concertata di tutti i soggetti che vorranno muoversi in tali direzioni. Senza isterismi e catastrofismi. Ma con spirito costruttivo e operativo».

 

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