In Italia 8 milioni e mezzo di case sono inutilizzate. Accade per due ordini di motivi: Il primo è il calo demografico con lo spopolamento dei piccoli comuni. Il secondo è la mal disposizione dei proprietari ad affittare gli appartamenti per paura di non rientrare in possesso della propria abitazione in caso di morosità degli inquilini. Se i fitti di lunga durata sono in diminuzione è boom, invece, per le formule b&b e airbnb. Le strutture ricettive per affitti brevi sono 691mila, il 71% sono alloggi privati gestiti in forma non imprenditoriale. È quanto emerge dal quarto rapporto Federproprietà-Censis dal titolo “Case dormienti, una ricchezza sommersa. Proposte per risvegliare il mercato degli affitti non turistici in Italia”. Lo studio è stato realizzato in collaborazione con Fimaa Italia, Immobiliare.it e Locare srl e con il contributo scientifico del Dipartimento unità efficienza energetica dell’Enea.

La quota di abitazioni che non sono prima casa e non sono affittate è molto variabile tra i territori provinciali, con punte significative in alcune regioni. La provincia italiana con la più alta percentuale di abitazioni sfitte è Aosta con il 43,75, seguita da Sondrio con il 41,8% e da Savona con il 41%. Tra le prime venti ci sono quattro delle cinque province calabresi: Cosenza (28,8%), Vibo Valentia e Crotone (28,2%) e Catanzaro (26,8%). Queste province risultano ben oltre la media nazionale che è pari al 18,3%. Il report dice poi che tutte e cinque le province calabresi trovano posto nella top ten delle abitazioni non riscontrate in dichiarazione, gli immobili che il Catasto non sa a quale uso siano adibiti. Guida questa classifica Crotone con il 12,3%, Vibo Valentia è al 9,7%, Reggio Calabria al 9,6%, Catanzaro all’8%, Cosenza al 7,3%. Lo studio Federproprietà-Censis dice infine che Reggio Calabria, con l’8,4%, e Vibo Valentia con l’8,1%, sono tra le 20 province con la maggior percentuale di abitazioni indicate per altri utilizzi. Un immobile, originariamente concepito come casa, viene cioè destinato ad una funzione diversa: ufficio, negozio, b&b, laboratorio o magazzino.

La crisi abitativa colpisce giovani e lavoratori fuori sede

Le case inutilizzate accentuano le problematiche direttamente connesse alla crisi abitativa rendendo difficile sottoscrivere i contratti di locazione pur in presenza di immobili che sopravanzano la richiesta. Il rapporto evidenzia una crescente domanda di abitazioni a prezzi accessibili per tutti con una condensazione maggiore nelle aree urbane dove il disagio abitativo si traduce in difficoltà soprattutto per giovani, studenti e lavoratori precari. Queste categorie non riescono ad accedere alla proprietà della casa o si trovano a dover sostenere spese di locazione eccessive rispetto alle proprie disponibilità finanziarie. Tenere una casa sfitta ha un costo: c’è da mettere in conto la spesa annuale per i tributi comunali. Sia che si tratti di una unità immobiliare autonoma, sia che si trovi in un condominio, specie di dimensioni medio-grandi, una casa disabitata necessita di maggiori attenzioni e manutenzione