Crisi Abramo, società reggina punta a creare un polo calabrese dei call center

Il fondatore dell’azienda System house interessato ad acquisire la società ha partecipato al tavolo di garanzia istituito dal Comune di Crotone, illustrando alcuni dettagli dell’offerta

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di Francesca Caiazzo
2 aprile 2021
21:30

La sostenibilità economica è garantita dalle banche, la volontà di mantenere inalterati i livelli occupazionali non manca, ma bisogna fare in fretta e ottenere l’intervento del Governo, con l’attivazione di esoneri contributivi al posto delle casse integrazioni. Queste in sintesi le direttrici su cui si sta muovendo System House, potenziale acquirente dell’Abramo Customer Care, come spiegato oggi pomeriggio dal fondatore della società reggina, Agostino Silipo, nel corso del tavolo di garanzia istituito dal Comune di Crotone, svoltosi in video conferenza.

Questione esuberi

Silipo ha tenuto a precisare che tra le due aziende non ci sono mai stati attriti, forse incomprensioni che sarebbero poi state risolte: «Siamo competitor leali» ha esordito, aggiungendo che l’obiettivo del piano a cui System House e Abramo stanno lavorando è la salvaguardia dei posti di lavoro. Ma ammette: «Devo dire che dal nostro piano industriale ci sono delle situazioni di esuberi, è tutto il settore che soffre».


In un’ottica di fusione tra le due società, Silipo ha proposto che parte del lavoro interno di System House «potrebbe essere trasferito ai lavoratori attualmente in Abramo», poi un altro aspetto è quello di «far rientrare del lavoro dall’estero». Affinché i buoni propositi possano concretizzarsi, però, c’è bisogno dell’intervento dello Stato per dare il tempo all’azienda di rafforzarsi senza perdere posti di lavoro. Al posto delle casse integrazioni, considerando anche l’emergenza sanitaria, Silipo chiede l’esonero contributivo per alcuni lavoratori per un determinato periodo.

«Progetto finanziariamente sostenibile»

Per quanto riguarda le risorse finanziare per portare a termine l’eventuale operazione su Abramo, System House rassicura: «La sostenibilità economica del progetto è garantita dalle banche con linee di credito per una crescita che è pari all’acquisizione».

L’ambizione di Silipo è quella di creare un «polo calabrese dei call center» e spiega che le due aziende stanno lavorando insieme per presentare «un progetto da proporre al giudice, facendo capire che la tempestività è importante».

Dialoghi costruttivi

Che il piano concordatario vada presentato in fretta, ne è consapevole anche il direttore generale dell’Abramo, Giovanni Orestano, che dopo l’incontro di ieri con System House, ha già calendarizzato una serie di incontri tra le due aziende: la scadenza dell’1 maggio indicata dal Tribunale di Roma è dietro l’angolo.

Non bisogna fermarsi, dunque, e secondo Orestano non sarebbero neanche fruttuosi eventuali scioperi o fermi dal lavoro (i sindacati nei giorni scorsi avevano proclamato lo stato di agitazione). «Tutto sommato i clienti tengono, se riusciamo a fare l’operazione in tempi rapidi siamo sulla buona strada» e anche se alcune commesse sono andate perse, altri contratti sono stati rinnovati fino a fine anno e altri verranno rinnovati. Insomma, per il management di Abramo, lavorando in maniera serrata, ci sono tutti i presupposti per arrivare ad una soluzione rapida del concordato.

All’incontro, convocato dal presidente del Consiglio comunale Giovanni Greco, hanno partecipato i parlamentari Elisabetta Barbuto, Sergio Torromino, Anna Laura Orrico; l'assessore comunale alle Attività Produttive Luca Bossi, l'avvocato Giuseppe Donnici in qualità di esperto di procedure concorsuali, le rappresentanze sindacali, e alcuni consiglieri comunali.

 

Giornalista
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