L’allarme

Decreti flussi, pochi extracomunitari per coprire mancanza di stagionali: in Calabria a rischio raccolta di olive e agrumi

VIDEO | A confermarlo è Coldiretti che spinge per l'adozione di un nuovo provvedimento da parte del Governo dopo il clik day di ieri. «Lo scorso anno il 20% di prodotto è andato perso nei campi. Nei nostri uffici datori di lavori disperati»

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di Luana  Costa
28 marzo 2023
22:05

Il numero di ingressi di stagionali stabiliti dal Governo attraverso il decreto flussi è nettamente inferiore rispetto alle reali esigenze espresse dal mondo produttivo. Lo si evince all'indomani del click day, giornata dedicata alle richieste per ottenere lavoratori stagionali extracomunitari che sono risultate essere il triplo rispetto alle quote previste dal Governo: 240mila richieste a fronte di 82.705 ingressi.

Alla ricerca di manodopera

«Questo risultato conferma come il decreto flussi sia atteso perché rappresenta in parte una soluzione per le nostre imprese ma che d'altra parte ancora tanto resta da fare. C'è molta richiesta di manodopera nel nostro settore così come in tutti gli altri settori» commenta il direttore di Coldiretti Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, Pietro Bozzo. Un plafond maggiore rispetto lo scorso anno, quando gli ingressi previsti erano stati 69.700 (+13.005) ma che non soddisfa la richiesta di stagionali.


In agricoltura

Per l'agricoltura e il turismo sono state riservate 44mila quote: «In Calabria sono state fatte centinaia di richieste e non soltanto attraverso Coldiretti. Quest'anno è stato portato a 22mila unità il numero di flussi assegnate alle associazioni con procedura prioritaria perché differenziata rispetto a quella eseguita dal datore di lavoro in autonomia». In Italia, secondo dati Coldiretti, sono 358mila i lavoratori impiegati in agricoltura, di cui il 30% extracomunitari.

La stagione della raccolta in Calabria

Tuttavia, in Calabria questa percentuale raggiunge anche picchi dell'80%: «Soprattutto in Calabria è urgente un altro decreto flussi dal momento che è una regione ad alta vocazione olivicola e agrumicola e la maggior parte di richiesta di lavoratori stagionali si concentra nell'ultimo trimestre dell'anno. In quel periodo - specifica ancora Bozzo - noi soffriamo di una carenza che è ormai strutturale, ecco perché Coldiretti sta chiedendo con forza almeno un altro decreto per consentire l'ingresso in Italia di almeno altre 100mila unità».

Il precedente

Già lo scorso anno si è registrata una notevole carenza di manodopera: «Nei nostri uffici avevamo datori di lavoro disperati alla ricerca di stagionali perché costretti a perdere i loro prodotti: ortaggi e olive. In alcuni casi diversi vigneti nel cirotano hanno subito la carenza di manodopera. Questa per noi è una sofferenza perché l'agricoltura produce ricchezza ed eccellenze. Ci stiamo spendendo tanto per farle conoscere e poi dover vedere il prodotto perso nei campi è veramente una sofferenza».

Nuovo decreto flussi

«Noi ipotizziamo - ha aggiunto Bozzo - che attraverso una buona strutturazione dell'offerta nei paesi di provenienza dei lavoratori si possa giungere ad un decreto che non sia più unico e annuale ma potrebbe essere rimodulato nel corso dell'anno. Inoltre, un'altra soluzione proposta da Coldiretti sono i nuovi contratti a tempo determinato. Studenti, pensionati e percettori di reddito di cittadinanza o altri ammortizzatori sociali possano ottenere un contratto per svolgere lavori stagionali in agricoltura».

 

 

 

 

Giornalista
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