Una Calabria che funziona, che accoglie e include. È quella che si è raccontata ieri a Campora San Giovanni, frazione di Amantea, dove si è svolta la terza edizione della Festa dei Popoli. Un evento promosso da Cgil Cosenza, Flai Cgil Cosenza, Alpa Calabria, Auser e Pro Loco Amantea, con l’obiettivo di celebrare il lavoro come strumento di integrazione reale.

Nel cuore della Piana di Amantea, oltre 1200 migranti, in gran parte provenienti dal Bangladesh, lavorano con contratti regolari nella raccolta della cipolla di Tropea e in attività correlate alla filiera agricola. Hanno portato le famiglie, affittano case o le acquistano, si muovono con mezzi messi a disposizione dalle aziende agricole, evitando i rischi della statale 18. Un sistema che funziona e che racconta una Calabria diversa.

Dalla “Casa dei Popoli” ai corsi di italiano

Protagonista attiva di questa trasformazione è la Flai Cgil, che a Campora ha aperto una sede chiamata “Casa dei Popoli”. Qui i sindacalisti supportano i lavoratori stranieri non solo per il disbrigo delle pratiche, ma anche con corsi di lingua italiana, formazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e verifiche dirette nelle aziende agricole.

«Non è il Paradiso in terra, ma qui si lavora nel rispetto delle regole – ha spiegato Giovambattista Nicoletti, segretario generale Flai Cgil Cosenza –. L’ordinanza sul caldo è stata rispettata, il lavoro è stato riorganizzato per tutelare la salute dei braccianti. Il caporalato non è present»e, ma restiamo vigili e pronti ad accogliere ogni segnalazione».

Da territorio a rischio a modello nazionale

A parlare dell’evoluzione del territorio è Matteo Bellegoni, capo dipartimento Politiche Migratorie della Flai Cgil nazionale: «Anni fa Campora era nel Rapporto Agromafie e Caporalato. Oggi è sparita da quell’elenco e rappresenta un modello di inclusione positiva, che dimostra come il lavoro dignitoso allontani le mafie».

Nel dibattito – moderato da Alessia Costabile, referente del progetto Alpaa Flai – sono intervenuti anche il segretario Cgil Calabria Gianfranco Trotta, il sindaco Vincenzo Pellegrino, l’arcivescovo Giovanni Checchinato, il docente Unical Giorgio Marciello, Giovanni Manoccio, già delegato per i migranti, e i presidenti delle realtà associative coinvolte: Antonio Isabella (Pro Loco) e Antonio Perricone (Auser).

Cittadinanza, diritti e futuro

Trotta ha sottolineato un dato importante: «Il referendum che ha portato più giovani al voto è stato quello sull’abbreviamento dei tempi per ottenere la cittadinanza. È un tema che dobbiamo tenere al centro. La politica non può fermarsi all’accoglienza: deve costruire processi di vera inclusione».