Le esportazioni nel 2024 hanno viaggiato attorno ai 6 miliardi di euro: Francia in testa seguita da Germania e Regno Unito. Canada e Usa valgono assieme l’8%. Il provolone? Piace agli Spagnoli!
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L’Italia è il Paese del vino? Certo, ma è soprattutto il Paese degli ottimi formaggi, amati e ricercati in tutto il mondo! Mozzarelle, grana, mascarpone, gorgonzola, ricotte, pecorini, provoloni, crescenze, caciocavalli, burro, panna… Dai marchi più prestigiosi e che ragionano in milioni di forme alle produzioni di nicchia, dalle Alpi alla Sila, dalla Valle d’Aosta al Friuli.
La leadership su Dop e Igp è assoluta: circa sessanta riconoscimenti Ue costruiscono una geografia di biodiversità, di saperi e sapori, nonché di tecniche di lavorazione che sono l’orgoglio dell’agroalimentare Made in Italy.
Questa enorme varietà di produzioni richiede tanta materia prima. Assolatte nel suo ultimo rapporto ha messo in evidenza che la produzione nazionale 2024 di latte bovino è stata pari a oltre 13 milioni di tonnellate (tecnicamente si parla di consegna delle stalle). Il Clal ricorda che l’import di latte intero, parzialmente scremato e scremato nello stesso anno è stato pari ad oltre 1 milione di tonnellate, con una netta prevalenza per l’intero sfuso. Ne sono derivati 1,4 miliardi di chili di formaggi, 266 milioni di chili di yogurt e altri latti fermentati, 104 milioni di chili di burro.
Se guardiamo alle tipologie di formaggi, in valore percentuale sul totale, questa la graduatoria proposta da Assolatte: 26% mozzarelle; 16% Grana Padano; 12% Parmigiano Reggiano; 6% mascarpone; 5% gorgonzola; 4% Mozzarella di Bufala Campana; 3% crescenza. Quali sono i Paesi del mondo che importano più formaggi italiani per un valore complessivo di export, sempre nel 2024, pari a 658mila tonnellate? In testa la Francia (146mila tonnellate), e poi Germania (90mila), Regno Unito (43mila), Usa (41mila), Spagna (40mila), Belgio (29mila). Quasi il 71% delle esportazioni italiane di formaggi (466mila tonnellate) è assorbito dall’Unione Europea, e si arriva all’83% se si considera tutta l’Europa, aggiungendo Paesi come la Svizzera, il Regno Unito, ecc. Canada e Usa assieme garantiscono un mercato di 54mila tonnellate, pari all’8% del totale.
Tutta l’Asia, compresi quindi Cina, India e Giappone, ancora di meno: si scende a 47mila tonnellate (7%). L’export dei formaggi ha significato 5,4 miliardi di fatturato, con un sonoro +9,2% rispetto al 2023. Se si estrapolano i dati relativi alle diverse tipologie, apprendiamo che i due Paesi al mondo che amano di più Grana Padano e Parmigiano Reggiano sono la Germania (22mila tonnellate di import nel 2024) e gli Usa (20mila tonnellate).
Si tenga presente che questi due giganti dell’arte casearia mondiale nell’anno preso in considerazione hanno prodotto, rispettivamente, 220mila e 163mila tonnellate. Pertanto su una disponibilità complessiva di 383mila tonnellate, la Germania ne ha assorbito il 5,7%. Sul podio anche la Francia con 11mila tonnellate. Chi è goloso, invece, di mozzarelle? Sono i cugini francesi a prediligere questo prodotto, con un import di 47mila tonnellate, distanziando molto il Regno Unito (15mila) e la Germania (12mila). Sorprende il Giappone con quasi 5mila tonnellate. Anche sull’erborinato Gorgonzola è la Francia il Paese primario di destinazione delle esportazioni, con oltre 6mila tonnellate, mentre la Germania ne assorbe 5.600.
Il Giappone (489 tonnellate) consuma tanto Gorgonzola quanto il Regno Unito (492) e più degli Usa (387) e del Canada (56). Il Pecorino Romano, invece, trova negli Stati Uniti un grandissimo apprezzamento (11.825 tonnellate), quasi dieci volte in più della Germania (1.464) e più di dieci volte della Francia (1.011). Il Pecorino Romano piace anche ai britannici (709 tonnellate). Una curiosità viene dal Provolone, perché la testa della classifica dell’import è guidata dalla Spagna (3mila tonnellate), seguita a distanza dalla Germania (1.460) e dagli Usa (646).
Ora alcuni dati in valore. Dei 5,4 miliardi di euro di export di formaggi italiani nel 2024, poco meno di 1 è stato assicurato dalle mozzarelle (0,94), 1,5 da Grana Padano e Parmigiano Reggiano, mentre nel complesso Asiago, Caciocavallo, Montasio e Ragusano hanno contribuito con 0,15 miliardi di euro; burrate e ricotte per 0,5; mascarpone per 0,4; Pecorino Romano per 0,26.
Se guardiamo alle regioni, ripartendo sempre dal totale di 5,4 miliardi di euro di esportazioni di formaggi nel 2024, la Lombardia fa la parte del leone con quasi 2 miliardi (1,93), seguita dall’Emilia Romagna con oltre 1,5 (1,52), dal Veneto con 0,83 e dalla Campania con 0,6 miliardi (pesa ovviamente la Mozzarella di Bufala Dop). La Calabria è ultima tra le regioni, essendosi fermata a 2,02 milioni di euro (0,03% del totale Italia). La Basilicata come l’Abruzzo ha superato i 3 milioni. Il Molise i 30 milioni. La Sicilia è a 28. La Sardegna a 165. Si tenga presente, qualora si vogliano esaminare le tabelle citate, che nella classifica delle regioni Assolatte, elaborando dati Istat, fa salire l’export complessivo nazionale a 6,2 miliardi di euro.