Calabria quarta per superfici dedicate, ma con pochi ettolitri (lo 0,4% del totale). I supermercati e gli iper garantiscono la più alta percentuale di vendita, marginale il ruolo dell’e-commerce
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Che cos’è un vino biologico? È un vino che è stato prodotto da uve coltivate secondo le norme che regolano l’agricoltura biologica, e quindi escludendo l’uso di pesticidi dannosi, erbicidi, fertilizzanti chimici e quindi artificiali. Domina l’idea di una coltivazione che segua al meglio i ritmi e i cicli della natura, a partire dal compost o dal letame utilizzati per rinvigorire e “nutrire” la vigna. Il rispetto del disciplinare relativo al biologico è certificato da apposite società specializzate.
Un ecosistema sano, in perfetto equilibrio con l’ambiente che lo circonda, può consentire di immaginare, soprattutto in dimensioni non eccessivamente grandi, di produrre uve e vini in regime biologico. Anche per quanto concerne i solfiti le quantità ammesse sono molto basse. Le etichette dei vini biologici riportano un marchio riconosciuto dalla Ue. Accanto ai vini biologici, cresciuti d’importanza soprattutto a partire dal 2012, anno in cui l’Unione Europea ha varato un apposito regolamento, hanno trovato una propria nicchia d’interesse anche i vini biodinamici che rispondono a una filosofia senz’altro biologica ma arricchita, ad esempio, da specifiche attenzioni per salvaguardare il terroir microbico o i lieviti ancestrali, ed anche per essere in sintonia con princìpi di armonia universale.
Le uve coltivate in regime biologico consentono l’uso di soli fitofarmaci di origine naturale o minerale, e quindi non di sintesi chimica (rame, zolfo, piretro…). L’ultima edizione di “Vino in Cifre”, edita da “Il Corriere Vinicolo” (organo d’informazione dell’UIV), ci aiuta a comprendere quali siano i numeri del settore in Italia.
Nel 2023 il Belpaese ha prodotto quasi 2 milioni di ettolitri di vino biologico (1.972.794), a fronte di un dato complessivo pari a 38,35 milioni: il 5,14% (si tenga presente che il 2023 è stata un’annata di forte calo produttivo congiunturale, recuperato nel 2024).
La regione italiana che ha investito maggiormente nel vino bio è la Sicilia, con 426.522 ettolitri, seguita dal Veneto (402.399) e dalla Toscana (328.615). Dal punto di vista della quota percentuale sul nazionale i valori sono, rispettivamente: 21,6% per la Sicilia, 20,4% per il Veneto, 16,7% per la Toscana.
Sopra i centomila ettolitri ci sono anche la Puglia (204.696; pari al 10,4%), l’Abruzzo (109.246; 5,5%), le Marche (107.845; 5,5%), cui si aggiunge l’Emilia Romagna con 99.997 ettolitri (5,1%).
La Calabria contribuisce in maniera minima, con uno 0,4% che significa 6.912 ettolitri. Valori simili contraddistinguono la Provincia autonomia di Bolzano (0,8%), il Lazio (0,8%), l’Umbria (0,7%), la Campania (0,4%), la Sardegna (0,3%), la Liguria (0,1%), il Molise (0,1%).
Possiamo riassumere che solo 3 regioni su venti (Sicilia, Veneto e Toscana) garantiscono quasi il 60% (58,7%) della produzione di vino bio in Italia. Se ci spostiamo, invece, sul piano delle superfici vitate a regime biologico, la classifica delle regioni vede ai primi tre posti: Sicilia con il 25% sul totale nazionale, la Toscana con il 18%, e la Puglia con il 15%. La Calabria tocca il 2%.
L’interesse per le produzioni viticole biologiche è cresciuto tanto negli ultimi 25 anni, passando da una quota del 3,9% sul totale del vigneto Italia nel 2000 al 19,2% del 2023 (nel 2010 era il 7,5%). Se invece si guarda alla percentuale di vigneti a regime biologico sul totale regionale, in testa troviamo le Marche (40.1%), la Toscana (38,6), la Sicilia (34,2%), e al quarto posto la Calabria (30,0%), preceduta dalla Puglia (22,7%). Ultima la Sardegna con il 5,6%. La superficie nazionale di vigneti bio è pari al 19,7%.
Un altro dato che può interessare riguarda l’incidenza, in ogni regione, della produzione di vini bio sul totale complessivo di rossi, rosati, bianchi, bollicine e passiti, considerando che l’Italia è al 5%: Marche (21%), Toscana (18%), Sicilia (15%), Abruzzo (10%), Calabria (8%), Lombardia (7%), Umbria (5%), Bolzano (5%). Rielaborando dati Ismea-Nielsen, l’Osservatorio del Vino UIV ci spiega anche in quali canali si vende il vino biologico in Italia: 43% del totale nei supermercati; 26% negli ipermercati; 23% nei discount; 7% nei liberi servizi; solo l’1% online (e-commerce). Se si guarda alla tipologia prevalgono i rossi (49%), e a seguire i bianchi (41%) e i rosati (10%). Inoltre il 51% di vendite di vini biologici ha anche il marchio Dop, il 39% quello Igp e solo il 10% riguarda i vini cosiddetti comuni.