Il Rendiconto sociale dell’Inps conferma le tendenze (quasi tutte negative) per una regione che continua a spopolarsi e ha il Pil più basso del Paese, anche se in lieve crescita. Il presidente del comitato regionale Zannino: «Realtà debole e svantaggiata»
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Politiche del lavoro
Aumenta il tasso medio di occupazione in Calabria tra il 2023 e il 2024 ma si tratta di lavoro per lo più precario. È quanto emerge dal rendiconto sociale 2024 redatto dall'Inps e presentato questa mattina a Catanzaro. Secondo quanto si legge nella relazione, nel biennio il tasso di occupazione è passato da 44,6 a 44,8 mentre quello di disoccupazione è diminuito di circa 3 punti percentuali. Tuttavia, nel 2024 sono diminuite le assunzioni a tempo indeterminato passando da 28.999 a 27.748. Sono quindi cresciuti i contratti a tempo determinato: da 82.678 a 87.033 e sono aumentate anche le assunzioni con contratto a tempo parziale: da 90.462 a 92 950.
In Calabria stipendi inferiori alla media nazionale
Nel 2023 i lavoratori dipendenti con contratto part time in Calabria erano il 44,2%. Significativo, per l'istituto, è poi il dato riferito alla retribuzione dei lavoratori calabresi. Nel settore privato al 31 dicembre 2023 risultano notevolmente inferiori alla media nazionale: 77,9 euro medi giornalieri per gli uomini, 58 euro per le donne contro i 107,5 per gli uomini e 79,8 per le donne come media nazionale.
Una regione che si spopola
Altri aspetti affrontati nel report riguardano l'andamento socio demografico. La Calabria rimane caratterizzata da un saldo negativo tra decessi e nascite. Al 31 dicembre 2024 risiedevano 6.421 abitanti in meno rispetto al 2023. Il 24% ha oltre 65 anni. Aumenta il tasso di migrazione in uscita verso altre regioni, nel 2023 sono state 16.126 le persone a lasciare la Calabria. Secondo quanto emerge dal report, sono quasi il doppio i calabresi che emigrano in altre regioni rispetto a quanti arrivano da altre regioni.
Aumenta il Pil ma è il più basso d’Italia
Sul piano economico, in Calabria nel triennio 2021/2023 si è assistito ad un aumento del PIL seppur nel 2023 la regione sia quella con il PIL pro capite più basso (21.000 euro contro i 59.800 della provincia autonoma di Bolzano).
Zannino (Inps): «Realtà debole e svantaggiata»
«Il quadro generale rappresentato evidenzia chiaramente una realtà regionale debole e svantaggiata che necessita di un forte cambio di passo non più rinviabile a livello politico ed economico puntando su investimenti, innovazione e produttività» si legge nell'introduzione al report di Domenico Zannino, presidente comitato regionale. «Per qualificare e rendere più attraente e competitivo il tessuto produttivo ed occupazionale. Tutto ciò deve rientrare in un intervento strutturato e condiviso per un grande patto sul lavoro che coinvolga istituzioni, imprese e parti sociali, con interventi economici e finanziari importanti in infrastrutture, attività produttive, sanità e servizi sociali».