La produzione industriale italiana ha registrato una nuova battuta d’arresto nel mese di agosto. Secondo i dati diffusi oggi dall’Istat, l’indice destagionalizzato è calato del 2,4% rispetto a luglio, mentre su base annua si osserva una flessione del 2,7% rispetto ad agosto 2024. A incidere negativamente non sono solo i consueti rallentamenti stagionali, ma anche fattori esterni, in particolare i nuovi dazi imposti dagli Stati Uniti su una serie di prodotti europei. A venir meno è anche il traino della domanda tedesca, con la Germania a presentare dati peggiori delle attese e una produzione industriale di agosto in caduta ai livelli del 2005.

Questi provvedimenti hanno colpito in modo particolare settori chiave per l’export italiano, come la meccanica, i beni strumentali e l’agroalimentare, dove operano molte piccole e medie imprese.

La contrazione riguarda la maggior parte dei comparti produttivi, con cali rilevanti nella produzione di beni intermedi e nel settore metallurgico. Qualche segnale positivo si osserva nei comparti farmaceutico ed energetico, ma non basta a compensare il trend negativo.

In questo scenario, cresce l’attesa per la prossima manovra economica. «Sulla legge di bilancio ci aspettiamo un’attenzione forte e concreta al rilancio della produttività in Italia, soprattutto per le Pmi, che sono il cuore dell’economia nazionale ma anche le più esposte agli shock esterni», ha dichiarato Francesco Napoli, vicepresidente di Confapi. «Servono misure immediate e strutturali: meno burocrazia, incentivi agli investimenti, accesso agevolato al credito e una strategia industriale chiara che valorizzi le filiere produttive locali, ha aggiunto».

Napoli ha inoltre sottolineato il ruolo determinante che il Pnrr, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, sta avendo nel sostenere la tenuta dell’economia italiana. Oggi a reggere l’economia e gli investimenti sono in gran parte le risorse europee. Ma bisogna attrezzarsi alla fine di questo periodo unico. Il Pnrr è un’occasione irripetibile, ma non eterna: serve già da ora una visione che sappia guardare oltre, ha avvertito, richiamando la necessità di rafforzare la capacità strutturale del sistema produttivo nazionale.

Per Napoli «sarà fondamentale utilizzare bene gli ultimi fondi disponibili e, allo stesso tempo, costruire un contesto favorevole agli investimenti privati, all’innovazione e alla crescita stabile delle Pmi».
I dati di settembre saranno ora decisivi per comprendere se la frenata estiva è stata un’anomalia stagionale o l’inizio di una fase di rallentamento più profondo per l’industria italiana.