La novità

I produttori d’olio della Piana di Lamezia insieme per un nuovo brand di extravergine: è il Dea Carolea

VIDEO | Presentato oggi dal Consorzio Lametia Dop, riunisce le forze di 17 aziende del territorio a cui presto potrebbero aggiungersene altre. Il presidente Taccone: «Una data che segna il superamento dell'atavica frammentazione del settore»

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di Nico De Luca
6 marzo 2024
21:00

Con una partecipata conferenza stampa presso il Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria il Consorzio Lametia Dop ha presentato "Dea Carolea", il nuovo brand di olio extravergine di oliva prodotto dalle aziende della Piana e commercializzato in forma unica. È stato il presidente del consorzio Pierluigi Taccone a illustrare le peculiarità di un progetto destinato a segnare una svolta storica nelle politiche agro-alimentari della Calabria.

«In effetti si tratta di una data fondamentale che segna - ha detto il responsabile consortile del Catanzarese - il superamento dell'atavica frammentazione e l'individualismo che regna in questo settore. Una svolta culturale cui per ora prendono parte le 17 aziende del Consorzio Lametia Dop ma che presto potrebbero diventare decine e decine, se non addirittura centinaia, considerando che la cultivar Carolea è uguale dappertutto e che quindi non preclude nessuno».


Ogni singola confezione di Dea Carolea, che si presenta all'interno di una elegante bottiglia di vetro inedita, è tracciabile e dotata di un numero progressivo per garantirne la massima affidabilità e trasparenza. Quest'olio Dop è prodotto esclusivamente nei nove comuni della Piana di Lamezia Terme che con le loro distese di ulivi ultracentenari hanno ottenuto il marchio: si tratta di Curinga, San Pietro a Maida, Gizzeria, Feroleto Antico, Pianopoli, Lamezia Terme, Maida e poi gli sconfinamenti vibonesi di Francavilla Angitola e Filadelfia.

Un salto culturale di cui va molto orgoglioso l'assessore regionale Gianluca Gallo, presente assieme al direttore generale Giovinazzo. «Finalmente - ha detto Gallo - ci sono donne, uomini e giovani capaci che cambiano il racconto della nostra olivicoltura. Si comincia ad imbottigliare in modo serio mirando sempre alla qualità. L'olio - ha concluso - costituirà di nuovo quello che è sempre stato qui da noi, un ascensore sociale per lo sviluppo della Calabria».

 

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