I dati

La Calabria esporta soltanto lo 0,1% del Made in Italy, meno del piccolo Molise e della Basilicata

Il 70% dell'export nazionale viene assicurato dalle sole regioni del Nord, mentre la punta dello Stivale resta fanalino di coda. Analisi dei dati Istat relativi al primo semestre 2023: percentuali e valori assoluti

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di Massimo Tigani Sava
3 novembre 2023
17:27

La Calabria esporta soltanto lo 0,1 per cento del Made in Italy. No, non è un errore di battitura, un refuso, ma è la triste realtà macroeconomica che si trascina purtroppo da anni e anni. Il dato tanto preoccupante quanto sconfortante lo attesta l'Istat. Analizziamo l'ultimo report dell'Istituto nazionale di statistica relativo ai primi mesi del 2023, allo stato il più aggiornato. Lo facciamo con una premessa: i numeri vanno letti e capiti, perché anche ai “più” ed ai “meno” occorre dare un senso logico inquadrato in un contesto generale!

Partiamo dal quadro complessivo che ci viene fornito dalla tabella Istat dedicata ai settori di attività economica. Fatto 100 il totale dell'export italiano nel periodo gennaio-giugno 2023, la situazione fotografata regione per regione è la seguente: il contributo principale viene dal Nord-Ovest, con il 38,3%. La parte del leone la fa la Lombardia, assicurando da sola il 26,2% delle esportazioni italiane, pari quindi a oltre un quarto. Segue il Piemonte con il 10,3%. Si passa al Nord-Est che con il 31,7% contende da sempre il primato delle regioni occidentali: ottime performance vengono da Emilia Romagna (13,6%) e Veneto (13,2%). Fermiamoci un attimo qui e facciamo presente che il 70% dell'export nazionale viene assicurato dalle sole regioni del Nord.


Il Centro contribuisce con il 18,4% e le regioni che spingono di più sono Toscana (9,0%) e Lazio (4.6%). Sud e Isole (Sicilia, Sardegna, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria) sono attestati, tutti assieme, al 11,6%. Nel Mezzogiorno e nell'Italia insulare il treno delle esportazioni è trainato (se così si può dire) dalla Campania, con il 3,2% del totale nazionale. Seguono la Sicilia (2,1), la Puglia (1,6), l'Abruzzo (1,6) la Sardegna (1,0). A questo punto passiamo ai decimali con il record negativo della Calabria: 0,1%. È chiara la situazione al di là degli spostamenti congiunturali che periodicamente, se si registra un segno “più”, generano commenti positivi da parte di certa politica che sembra rifiutare una valutazione a tutto campo? Andiamo avanti. Con il suo modestissimo e quasi irrilevante 0,1% la Calabria sta in coda persino al Molise che segna lo 0,2% e alla Basilicata che si attesta allo 0,5%. Con una sostanziale differenza, però: il Molise conta appena 289.840 abitanti (dato Istat gennaio 2023), la Basilicata 536.659, la Calabria 1.841.300. Il montuoso Molise, amara verità per il nobile Bruzio!, con un sesto della popolazione della Calabria esporta il doppio.

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Ora passiamo ai valori assoluti che ci aiuteranno a comprendere come gli scostamenti percentuali relativi a regioni che esportano in misura inferiore ai decimi, hanno davvero poca rilevanza. Nella sua sintesi l'Istat ci dice che nel periodo gennaio-giugno 2023 tutta l'Italia ha esportato per un valore complessivo di 319.474 milioni di euro (se preferite dite quasi 320 miliardi di euro), così ripartiti: Nord-Ovest 122.356; Nord-Est 101.258; Centro 58.709; Sud 23.138; Isole 9.925 (c'è poi un residuo di cosiddette “province non specificate” pari a 4.088). Eccola ancora, con tutta la sua devastante evidenza, la Questione Meridionale che si trascina irrisolta dall'Unità d'Italia. Tutto il Sud italiano esporta solo per 23 miliardi di euro circa, a fronte dei 319,5 dell'intera l'Italia (ricordate: dati relativi al primo semestre 2023). E la Calabria? Il calcolo è da scuola elementare: lo 0,1% di 319,474 miliardi di euro del totale dell'export nazionale è pari ad appena 319 milioni di euro. State seduti comodi perché avete capito bene: solo 319 milioni di euro in tutti i settori contabilizzati: dal manifatturiero all'agricoltura, dall'estrazione di minerali ai prodotti tessili, dal legno alle sostanze chimiche, da gomma e plastica a macchinari e impianti, dall'elettronica a energia e gas, ecc. Ecco quindi che se guardiamo ai dati congiunturali, che talora vengono commentati perdendo di vista il quadro globale, gli scostamenti, sia in positivo sia in negativo, appaiono con una luce diversa. Ci si consenta a questo punto una battuta: se nel complesso esporti 4 mele e in un trimestre registri un balzo in avanti del 25%, comunque sei arrivato a sole 5 mele. Un dato tendenziale positivo, per carità, ma sempre 5 mele esporti!

Semplificazioni a parte, che servono per alleggerire un ragionamento incentrato su statistiche e numeri, l'Istat ci segnala anche che nel primo semestre 2023 (gennaio-giugno) nell'ambito di un Sud che ha registrato un +14%, la Calabria ha ottenuto un +20,6%. Ma la Calabria, nonostante questo segnale comunque positivo, resta sempre ferma al deprimente 0,1% di tutto l'export italiano. Dobbiamo inoltre chiederci: quanto misura in valore assoluto questo +20,6%? Torniamo alla scuola elementare: il 20% di 319 milioni di euro è pari a circa 64 milioni di euro. Per offrire possibili termini di paragone l'Abruzzo, tra le regioni più vitali del Mezzogiorno, nel solo comparto dei mezzi di trasporto esporta il 5,6% del totale nazionale, pari a 1,9 miliardi di euro; la piccola Umbria nel settore macchine e impianti rappresenta il 2% circa del totale esportato dall'Italia, pari a quasi 900 milioni di euro. Ecco perché i numeri occorre leggerli e analizzarli attentamente se si intende esprimere giudizi e, ancor di più, prima di piegarli alla contingenza politica. E se ancora non si è inquadrata la situazione, sia sufficiente pensare che la Calabria per muoversi in un semestre dallo 0,1% allo 0,2% dell'export nazionale, cioè appena un decimo di punto in più, dovrebbe fare crescere le proprie esportazioni di oltre 300 milioni di euro.

Torniamo un attimo alla tabella Istat delle “serie regionali Ateco” e scopriamo che il principale apporto all'export calabrese giunge dai prodotti dell'agricoltura, silvicoltura e pesca, con lo 0,5% del totale nazionale, dai prodotti alimentari e bevande (0,5%), da sostanze e prodotti chimici (0,4%) e dal tessile (0,3%). Si tenga presente che il valore Italia, sul 100 per cento di export, del comparto prodotti dell'agricoltura, silvicoltura e pesca è pari all'1,4%, e cioè 4,47 miliardi di euro in valore assoluto (stiamo parlando sempre del primo semestre 2023). Ecco quindi che lo 0,5% dell'apporto calabrese misura in valore assoluto 0,02 miliardi di euro: per meglio dire 22 milioni di euro circa in totale. Valori da moltiplicare per quattro si riscontrano nel comparto prodotti alimentari, bevande e tabacco. Ecco di che cosa stiamo parlando quando, in Calabria, ragioniamo di export, di approccio con i mercati esteri, di fiere e promozione, ecc. ecc.

A questo punto occorrerebbe sedersi con calma, respirare, non abbandonarsi alla facile demagogia, e fare il punto sulla struttura economica calabrese, ragionando anche sul rapporto fra investimenti e risultati ottenuti negli anni. In parole povere: quanto spende e investe la Calabria per ottenere che cosa? Ma questo è un altro capitolo sul quale ci soffermeremo prossimamente, con occhio sempre attento e totale disponibilità a non trascurare eventuali segnali positivi capaci di invertire davvero la tendenza.

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