Il costo del lavoro pubblico ha raggiunto nel 2025 quota 201 miliardi di euro, con un incremento del 2,3% rispetto all'anno precedente. Cresce il numero del personale dipendente, +1,7% ed aumentano le retribuzioni +5,7%. È quanto emerge dalla relazione della Corte dei conti sul costo del lavoro pubblico. L’analisi della magistratura contabile riguarda il quadriennio 2021-2024.

L’Italia sembra essere uscita fuori dal tunnel occupazionale imboccato nel 2009 a causa della crisi economica internazionale i cui effetti si sono trascinati fino al 2016. A spingere in avanti i costi sono stati gli ingressi di nuovo personale sanitario per far fronte all’emergenza pandemica e lo sblocco del turn over che a lungo ha impedito gli avvicendamenti di personale. Nella sua analisi la magistratura contabile evidenzia che nel settore pubblico tra il 2009 e il 2016 si è registrata una forte riduzione occupazionale con un calo generale complessivo del 6%, con effetti più marcati negli enti di previdenza (-21%) e più contenuti enti locali (-8,3%) e nelle amministrazioni centrali (-3,8%). Tra il 2010 e il 2019 per far fronte alle scoperture di personale, le assunzioni sono aumentate in maniera marcata nel solo comparto della Scuola con consistenti immissioni in ruolo che non sono però riuscite a compensare i pensionamenti. Il ricorso al personale non di ruolo ha ripreso a risalire e nel 2023 rappresenta il 26% della totalità del personale del comparto, mentre nel 2011 rappresentava il 13%.

La fine del blocco delle assunzioni e poi della riduzione del tasso di turn over ha fatto registrare una crescita complessiva del numero di assunzioni pari al 3,5% tra il 2016 e il 2023. L’incremento nel biennio 2022-2023 è pari all’1,7%. I dipendenti della pubblica amministrazione sono 3.327.854 unità. Oltre un terzo è concentrato nel comparto Istruzione e ricerca (39%), in particolare nella Scuola, che assorbe oltre 1,2 milioni di dipendenti. Il Servizio sanitario nazionale ha 701mila dipendenti (21%), le Funzioni locali ne hanno 493mila (15%) le Funzioni centrali 190mila (6%).

Nel personale in regime di diritto pubblico (17%), oltre il 97% è rappresentato dai dipendenti del Comparto sicurezza-difesa, 540mila unità. Il contratto di questi lavoratori è disciplinato da leggi e regolamenti statali, e non da contratti individuali come nel settore privato. Sulla base delle somme già destinate ai prossimi rinnovi contrattuali dalla legge di Bilancio per l’anno 2025 la Corte dei conti prevede che la spesa per il personale della Pubblica amministrazione crescerà del 2,4% nel 2026, dello 0,5% nel 2027 e dell'1,7% nel 2028. Le retribuzioni contrattuali degli ultimi dieci anni mostrano un andamento sostanzialmente allineato con l’inflazione (indice Ipca), fatta eccezione per gli anni 2022 e 2023, nei quali, a causa delle tensioni internazionali si è registrato un improvviso balzo in avanti dei prezzi che ha condizionato la capacità di spesa delle famiglie.