Grido d’allarme

Chiude la Port Agency di Gioia, incubo disoccupazione per 60 lavoratori portuali: «Pronti a presidiare l’ingresso dello scalo»

Il portavoce del movimento autonomo Francesco Infantino: «Lunedì iniziamo un sit in pacifico davanti al gate del Porto. Chiediamo aiuto alle Istituzioni e al presidente Occhiuto»

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di Giuseppe Mancini
26 aprile 2024
18:50
In foto, lavoratori e manifesto affisso davanti l’Autorità portuale di Gioia Tauro
In foto, lavoratori e manifesto affisso davanti l’Autorità portuale di Gioia Tauro

«La proroga scade oggi e ci ritroviamo ad essere 60 padri di famiglia disoccupati, in mezzo alla strada, dopo tanti anni di lavoro. Lunedì iniziamo un sit in pacifico davanti al gate del Porto. Chiediamo aiuto alle Istituzioni, al presidente Occhiuto, affinché intervengano per darci una risposta». È il grido d’allarme di Francesco Infantino dipendente e responsabile portavoce del movimento autonomo Port agency, costituita nei primi anni 2000 per impedire il licenziamento di circa 200 lavoratori portuali che poi nel corso del tempo hanno offerto manodopera flessibile per sopperire alla mancanza di addetti nei momenti di maggiore attività del porto. Insomma, personale da impiegare quando ce n’era più bisogno.

In sostanza, la Port Agency oggi ha cessato di esistere. I 60 lavoratori portuali iscritti, con le rispettive famiglie, hanno perso il lavoro. Nel tempo hanno fornito un fondamentale supporto ai terminalisti dello scalo gioiese per consentirne il progresso. Grazie a loro si è fatto fronte alle maggiori necessità lavorative. Da quando è scattata l’emergenza in tanti si sono attivati per scongiurare la nefasta ipotesi della chiusura e trovare lo sbocco che potesse permettere, a norma di legge, la trasformazione in impresa ex art. 17 legge 84/94, garantendone, nel contempo, la sua sostenibilità gestionale ed economica. Impegno per trovare una soluzione è stato garantito da Andrea Agostinelli presidente dell’autorità di sistema portuale dei mari Tirreno meridionale e Ionio, Clara Vaccaro prefetto di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà sindaco della città metropolitana di Reggio Calabria, Aldo Alessio sindaco di Gioia Tauro, esponenti politici e maggiori sigle sindacali a tutela dei lavoratori. Nonostante ciò, i risultati sperati sembra che per ora non siano stati raggiunti. E si concretizza l’incubo che toglie il sonno alle famiglie di tanti onesti lavoratori. Cittadini che non chiedevano altro che venisse rispettato l’articolo 4 della Costituzione Italiana: la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.


«Oggi è venuto il vicepresidente della città metropolitana di Reggio Calabria Versace, ci ha promesso che ci starà vicino e chiederà a chi di competenza di trovare una soluzione – riferisce il portavoce del movimento autonomo Port Agency -. Abbiamo creato un movimento autonomo, perché non crediamo più a nessuno, in quanto chi ha operato in questi mesi non ha trovato né un accordo e non ha nemmeno interessato chi di dovere».

Il momento è davvero difficile. Il prossimo 6 maggio, il presidente Andrea Agostinelli avrà un incontro con la Direzione generale del Ministero delle Infrastrutture per tentare di sciogliere la matassa e ridare serenità ai lavoratori portuali.

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