Il record per le coltivazioni bio spetta a Sicilia, Puglia e Toscana. Nella nostra regione crescono nel 34,7% dei terreni messi a produzione. L’analisi di Ecomondo sullo stato di salute del territorio italiano
Tutti gli articoli di Economia e lavoro
PHOTO
Il record spetta a Sicilia, Puglia e Toscana. Queste tre regioni hanno la maggiore estensione di terreni coltivati senza l’uso di fertilizzanti e pesticidi. Insieme rappresentano il 38% di tutta la superficie biologica nazionale. In Calabria le colture biologiche crescono nel 34,7% dei terreni messi a produzione e la regione spicca per il numero di imprese del settore, 9.832, il 10% degli operatori italiani censiti: 97.160.
La Calabria ha il maggior numero di aziende biologiche dopo Sicilia e Puglia. Lo dicono i dati contenuti nella Relazione sullo Stato della green economy 2025 di Ecomondo. I risultati dello studio sono stati presentati a Rimini nel corso dei lavori della 14/ma edizione degli Stati generali della green economy, meeting promosso dal Consiglio nazionale della green economy e dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile. L’agricoltura biologica regionale costituisce un punto di forza nella commercializzazione dei prodotti agroalimentari. L'Italia è il Paese europeo con il più elevato numero di prodotti Dop, Igp, Stf: nel 2023 erano 853.
Uno dei panel dell’incontro di Rimini è stato dedicato al consumo del suolo e alla gestione delle acque. Temi importanti visto le criticità legate alla frequenza di eventi climatici estremi che hanno effetti catastrofici sulle località e sulle popolazioni su cui si abbattono. Secondo lo studio di Ecomondo, in Italia tra il 1980 e il 2023 i danni causati da questi eventi hanno comportato costi pari a 135 miliardi di euro. La Calabria è una delle regioni italiane in cui il consumo del suolo cresce meno rispetto ad altre realtà territoriali.
Messina (6%), Reggio Calabria (5,8%) e Palermo (5,7%) sono le città metropolitane in cui si registrano le percentuali minori. Sono contenuti anche i numeri relativi al consumo di suolo in aree a pericolosità idraulica: il 4,4% contro il 38,9% delle Marche e il 23,4% della Liguria.
Sul fronte delle risorse idriche, i mutamenti climatici con l’effetto combinato della riduzione delle precipitazioni e delle temperature elevate ha causato gravi diminuzioni della disponibilità idrica nelle isole e in tutte le regioni meridionali. Anche la Calabria rientra tra quelle in emergenza, considerate in stato di severità media. La maggiore disponibilità di verde urbano pro-capite si registra a Cagliari (53,2), Venezia (44,9) e Reggio Calabria (37,2).


