Quando l'attesa supera ogni limite di pazienza, specialmente per i cittadini di Mormanno oramai al collasso, sollevare una protesta diventa il minimo che si possa fare. A causa di un cedimento strutturale, la Strada Provinciale 241 è stata ridotta a una sola corsia per mesi creando pericoli e un'emergenza economica che la comunità non può più tollerare. Questa strada è un'importante via di collegamento tra l'uscita dell'A2 di Campotenese e il borgo, che ora sta soffrendo. Il problema, all'altezza del km 23, è aggravato dal divieto di transito per i mezzi oltre le 3,5 tonnellate e questa restrizione sta paralizzando l'accesso all'area industriale del Pantano, danneggiando gravemente le imprese locali e l'intera economia del territorio.  

A denunciare pubblicamente l'inaccettabile ritardo nell’intervento riparatore è il consigliere delegato del Comune di Mormanno Flavio De Barti che si è rivolto direttamente alle autorità provinciali competenti. La sua voce si unisce a quella del sindaco Paolo Pappaterra e del vicesindaco Giuseppe Fasano che hanno più volte sollecitato la Provincia con comunicazioni ufficiali, finora senza successo. Il paradosso che rafforza ancor più la protesta si riflette sulla comunità che, qualche mese fa ha anche ricevuto rassicurazioni che si sono rivelate vane.

Già a marzo, il vicepresidente della Provincia, Giancarlo Lamensa, aveva garantito un imminente avvio dei lavori ma ancora oggi, ad agosto, la situazione è esattamente la stessa, nessun cantiere e senza nessuna certezza sui tempi. L'unica novità è una recente interlocuzione tra il sindaco e il presidente della Provincia, Rosaria Succurro, che farebbe sperare in un inizio dei lavori a settembre. E in politica, la parola speranza spesso è un rimando alle calende greche, una prospettiva che per De Barti è un ulteriore, inaccettabile rinvio. «Davvero possiamo accettare ancora questo ulteriore rinvio? Fra un mese riaprono le scuole» ha dichiarato De Barti in un sfogo affidato al social del comune, sollevando il grave problema della sicurezza per gli studenti e per i bus che rischiano di non poter transitare.

Gli amministratori locali si sentono intrappolati in una situazione di stallo, subendo le critiche dei cittadini pur non avendo gli strumenti per intervenire direttamente sulla strada di competenza provinciale. Se dipendesse dall’amministrazione locale, molto probabilmente il problema era già un lontano ricordo. Ma così non è e le richieste di De Barti non lasciano spazio a interpretazioni: “Quando inizieranno davvero i lavori? Si è consapevoli dei disagi e dei rischi per la sicurezza? Si comprende la crisi che stanno affrontando le imprese locali?” Tutte domande legittime, la zona industriale di Mormanno è raggiungibile unicamente usando questa arteria, impensabile dirottare i mezzi pesanti sulla seconda uscita dell’A2 per poi farli transitare nel centro del paese. E la soluzione non sembra neanche tanto dispendiosa. Misteri di palazzo. Ma l'appello finale di Flavio De Barti è un grido di esasperazione: «Mormanno non può più aspettare. Chiediamo rispetto, attenzione e azioni concrete. Ora».