Domenica 14 settembre un’iniziativa che valorizzerà specialità locali quali i vini di Cantine Lacquaniti e l’Amaro Calu
Tutti gli articoli di Economia e lavoro
PHOTO
Il mondo del vino non è solo economia, ma è prima di tutto cultura. La Calabria, per millenni, è stata centrale nella storia del Mediterraneo e proprio la vite, assieme all’ulivo e ai cereali, è stata un filo conduttore tanto lungo quanto forte, radicato, identitario.
La vigna è una coltivazione che richiede attenzione, esperienza, trasferimento di tecniche e di saperi. E quando le uve vengono trasformate in vino, questo bagaglio di conoscenze diventa ancor più decisivo: fino ai nostri tempi lo si è tramandato di generazione in generazione, fra racconti e pratiche agricole. Neanche la potente innovazione scientifico-tecnologica è riuscita a interrompere il flusso continuo di sensazioni, gesti, ritualità.
Il vino, inoltre, ha sempre avuto la capacità intrinseca di diventare fenomeno sociale: ha accompagnato l’alimentazione quotidiana, i canoni della Dieta Mediterranea, i momenti di aggregazione e le cerimonie, fino a diventare protagonista assoluto, nel profondissimo percorso dionisiaco, di trascendenza e spiritualità.
Ho spiegato queste ragioni storiche nel volume L’Alberello Enotrio, che parte dal rapporto strutturale tra l’antica civiltà degli Enotri per risalire, lungo i secoli, ai colonizzatori greci, ai Bretti, ai Romani e a tutte le stratificazioni di popoli che hanno reso la Calabria unica nel mondo.
A Motta Filocastro, attuale frazione di Limbadi in provincia di Vibo Valentia, la passione dell’imprenditore Pantaleone Lacquaniti ha fatto rinascere un vigneto con relativa cantina. Una scelta che significa tante cose: recupero di atmosfere antiche, rivitalizzazione di un borgo che ha molto da raccontare, valorizzazione di vitigni autoctoni quali lo Zibibbo, sapiente equilibrio fra tradizione e innovazione.
Tra i pregi del vino c’è quello di essere un prodotto agroalimentare capace di raccontare al meglio i territori di provenienza: suscita curiosità, voglia di approfondire, spinge i consumatori a immergersi nell’anima di una comunità. Riesce a trascinare interesse per le vicende storiche, per i paesaggi, per la dimensione umana, e per tutte le altre specialità che nascono dalla lavorazione della terra (latticini, salumi, conserve di ortaggi, pane e prodotti da forno, dolciumi…).
Non a caso una delle parole chiave dell’enologia nazionale è oggi l’enoturismo, ambito verso cui si concentrano grandi sforzi organizzativi e promozionali. Un’ottima bottiglia di vino è tale se figlia di uno specifico territorio, di un terroir (vocabolo francese) che sintetizza i mille fattori che, miscelati in maniera unica e inimitabile, trasferiscono nelle sensazioni organolettiche l’anima di una comunità.
Domenica 14 settembre, a partire dalle ore 18.00, a Motta Filocastro si terrà l’iniziativa “Gusta il Borgo. Sapori, Tradizione e Innovazione nel Cuore del Territorio”. Al centro dell’attenzione i vini delle Cantine Lacquaniti e l’Amaro Calu, insieme a degustazioni di altre specialità provenienti da aziende dell’area. Il programma prevede sia momenti di incontro e approfondimento, sia spettacoli di intrattenimento.
Far rinascere i borghi della Calabria – e più in generale del Sud Italia – è una missione fondamentale. Significa proporre un’alternativa seria ai modelli di vita talora disumani delle grandi aggregazioni metropolitane. Una vita a misura d’uomo è ancora possibile ed in Calabria esistono mille modi per declinarla e renderla appagante.
Motta Filocastro proverà a narrare questo rinnovato rapporto tra un passato ricco di tappe fondamentali e un presente desideroso di traguardi positivi. Un percorso disegnato da Grand Terroir.