Nove sfratti ogni mille famiglie in affitto. Nel 2019 erano stati emessi oltre 49mila provvedimenti, nel 2024 sono stati poco più di 40mila. Lo scorso anno le richieste di esecuzione sono state 81mila (+9,8%) e 21mila gli sfratti eseguiti. Tre sfratti su quattro sono stati richiesti per morosità. I numeri sono stati pubblicati oggi dal Sole 24 Ore. Il fenomeno è diffuso in tutto il Paese, ed i dati sono allarmanti.

La Calabria, però, è in controtendenza rispetto alle altre regioni italiane. C’è un calo e sono solo 172 i provvedimenti di sfratto emessi nel 2024, 2 ogni mille famiglie affittuarie. Nel Lazio sono oltre 7mila, in Lombardia quasi 6mila.

I numeri sono stati forniti dal ministero dell’Interno ma per la nostra regione manca il dato relativo a Reggio Calabria. Cosenza è la provincia con il maggior numero di provvedimenti, 116, seguita da Catanzaro con 28, Crotone con 27, chiude Vibo Valentia con 1 solo sfratto. L’emergenza abitativa è una questione aperta su cui comuni e regioni hanno poca capacità di movimento: le risorse sono scarse e non consentono di aiutare quanti chiedono un sostegno economico per pagare l’affitto e non perdere casa. Gli ultimi dati dicono che, complice la crisi economica, il 25% delle famiglie in affitto ha difficoltà a rispettare le scadenze mensili. La morosità degli inquilini è la principale causa di ricorso alle vie giudiziarie: riguarda tre casi su quattro.

Le province con la percentuale più alta di sfratti nel 2024 sono Pescara (50 ogni mille affitti), Imperia (30) e Avellino (30). La prima delle grandi città è Roma con 16 sfratti ogni mille famiglie in affitto, seguita da Torino (10), Napoli (9), Bologna (6) e Milano (5). Provvedimenti e richieste di sfratto si mantengono sempre molto più alte rispetto alle esecuzioni che ogni anno non raggiungono il 50% così che alle precedenti si aggiungono le nuove, aggravando il carico degli uffici giudiziari preposti. Le richieste di sfratto colpiscono soprattutto i single con lavori precari e le giovani coppie, le famiglie in condizioni di difficoltà economica o con a carico persone anziane non autosufficienti e disabili e gli studenti universitari. Le risorse statali sono scarse. Confindustria, Ance e Confedilizia chiedono di accelerare i tempi del nuovo piano casa annunciato dal Governo la scorsa estate.