Manifestazioni e presidi con i trattori a Bruxelles, dove è in corso il vertice del Consiglio europeo. Secondo la Cia sono a rischio 270mila aziende italiane
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No secco delle associazioni degli agricoltori al fondo comune e all’accordo con i Paesi del Mercosur. Giornata campale, oggi a Bruxelles, dove è in programma il vertice del Consiglio europeo che riunisce i leader dei Paesi membri. Migliaia di agricoltori provenienti da tutta Europa stanno presidiando i palazzi della politica. Le proteste vanno avanti da mesi dopo che la Commissione ha deciso di concentrare tutte le risorse in un unico capitolo di bilancio dal quale ogni Paese dovrà attingere, di volta in volta, individuando il settore da finanziare. Contributi mirati e per obiettivi, in linea con l’ottica Pnrr: niente più finanziamenti a pioggia, bensì sui risultati certificati conseguiti. Il prossimo Bilancio Ue 2028-2034 riduce da 386 a 302 i miliardi destinati al settore agricolo. Ottantaquattro miliardi che fanno la differenza.
Secondo la Confederazione italiana agricoltori l’Italia perderebbe 9 miliardi di finanziamenti. La Pac rivisitata metterebbe a rischio la sopravvivenza di 270mila aziende del settore (il 31,65% del totale) soprattutto le più piccole ed economicamente più vulnerabili. Le conseguenze sarebbero diffuse su tutto il territorio nazionale: -51% al Sud, -33% al Centro e -26% al Nord. Il prezzo più alto della riforma della Pac ricadrebbe sul comparto dei seminativi (-64%), e poi sull’olivicoltura (-27%) e sulla zootecnia (-5%). Ad essere maggiormente colpite dalla riduzione dei finanziamenti e dalle opportunità di produzione e lavoro che verrebbero meno con il taglio delle risorse europee sarebbero in modo particolare le aree rurali e interne, con riflessi che andrebbero ad aggravare divari economici e sociali già profondi.
No all’accordo con i Paesi latinoamericani
Al no al nuovo fondo comune si aggiunge il no all’accordo commerciale con i Paesi Mercosur che l’Unione europea dovrebbe sottoscrivere il 20 dicembre in Brasile. L’apertura delle importazioni a tassi doganali agevolati andrebbe a penalizzare i produttori europei. Le organizzazioni degli agricoltori e degli allevatori chiedono maggiori vincoli e maggiori tutele. La decisione sull’intesa dovrebbe arrivare, proprio dal vertice di Bruxelles, con la maggioranza dei due terzi dei votanti. Francia, Polonia, Irlanda ed Austria si sono già detti contrari all’accordo a meno che non vengano posti ulteriori vincoli a tutela dei settori produttivi. Anche Spagna e Grecia si stanno muovendo in tale direzione, mentre l’Italia considera l’accordo «prematuro», chiede «adeguate garanzie di reciprocità per il settore agricolo» e chiede che se ne riparli nel 2026. La premier, Giorgia Meloni, considera necessari vincoli più forti per impedire che le merci provenienti dai Paesi latinoamericani provochino uno shock commerciale e tariffario con conseguenze disastrose per il mercato e per le aziende.
Il valore del settore agroalimentare italiano
Agricoltura, industria e distribuzione dei prodotti valgono, nel loro complesso, 700 miliardi di euro, il 15% dell’economia nazionale. Secondo Istat il valore aggiunto del settore primario, quello agricolo, raggiunge i 40,9 miliardi di euro nel 2024 conferendo al nostro Paese la prima posizione nell’Ue. L’Italia fa meglio di Spagna (39,5 miliardi), Francia (35,1 miliardi) e Germania (31,9 miliardi). Sempre secondo Istat nel 2024 aumentano la produzione e il valore aggiunto del settore (in volume, rispettivamente, +1,4% e +3,5%). A crescere sono soprattutto i volumi prodotti nelle coltivazioni (+1,5%) e nel comparto zootecnico (+0,6%). In calo, invece, le attività dei servizi agricoli (-1,5%).
Bene frutta e ortaggi, in flessione olio e cereali
Il 2024 è stato un anno favorevole per frutta (+5,4%), ortaggi freschi (+3,8%) e vino (+3,5%). Sono invece in flessione cereali (-7,1%), olio d'oliva (-5%) e foraggi (-2,5%). In aumento i prezzi dei prodotti delle coltivazioni (+2,9%), mentre sono calati quelli del comparto zootecnico (-2,2%). Risulta inoltre significativa la diminuzione dei prezzi dei beni e servizi impiegati nel settore (-4,5%).
Meno occupati ma valore aggiunto in crescita
Il valore aggiunto ai prezzi base del settore è aumentato del 3,5% in volume e del 9% in valore, portandosi nel 2024 a 42,4 miliardi contro i 38,9 miliardi dell'anno precedente. Le unità di lavoro occupate in agricoltura si sono però ridotte del 2,6% a causa di una marcata diminuzione del numero dei lavoratori indipendenti (-4,4%) che non è stata compensata dall’aumento dei lavoratori dipendenti cresciuti solo dello 0,9%. Con l'aumento dei contributi alla produzione ricevuti dal settore (+2,5%) e la sostanziale stabilità degli ammortamenti (-0,1%), il reddito dei fattori in valore ha mostrato nel 2024 un incremento dell'11,3% e l'indicatore di reddito agricolo ha registrato un notevole incremento (+12,5%) rispetto all’anno precedente.


