Il modello organizzativo c’è ma la rivoluzione dovrà attendere. La riforma della burocrazia regionale entrerà in vigore solo a partire dall’1 dicembre. Sino ad allora tutto in Cittadella resterà cristallizzato: organizzazione e molto probabilmente anche attività amministrativa. Infatti, molti dirigenti generali, sebbene temporaneamente ancora in sella, nella complessiva riorganizzazione della macchina burocratica hanno concretamente perso scrivania e dipartimento.

Trenta giorni di incertezza

L’incertezza della riconferma si protrarrà per tutti – ma per alcuni in particolare – per trenta giorni. In questo lasso di tempo con ogni probabilità verranno esperiti gli avvisi per l’individuazione dei nuovi dirigenti e non solo dei dipartimenti ma anche dei settori. La riforma varata ieri dal presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, non si è infatti limitata a semplici ritocchi ma ha profondamente mutato il volto dell’amministrazione regionale.

Sdoppiamenti e accorpamenti 

Sdoppiamenti, accorpamenti, modifiche sostanziali. Sono pochi i dipartimenti scampati all’impeto riformatore; la Protezione civile, l’Economia e il Bilancio e le Politiche della montagna e Forestazione. Completamente scomparsi, invece, per smembramento il dipartimento Transizione digitale, finora retto da Tommaso Calabrò, trasformato in una unità organizzativa autonoma (Uoa), un mini dipartimento incardinato nella Programmazione Unitaria. E il dipartimento Sviluppo Economico e Attrattori culturali, finora retto da Paolo Praticò, in parte accorpato al neonato dipartimento Lavoro, imprese e aree produttive e in parte finito sotto al Turismo, cultura e identità territoriale.

I maxi dipartimenti 

Nella maxi-operazione di restyling della macchina burocratica i dipartimenti hanno infatti perso o acquisito competenze e settori, molto probabilmente in vista del varo della nuova giunta e quindi in coerenza con l’assegnazione delle deleghe assessorili. Ad esempio, il dipartimento Lavoro (finora retto da Fortunato Varone) ha acquisito anche alcuni settori prima afferenti allo Sviluppo Economico, così come il dipartimento Agricoltura (retto da Giuseppe Iiritano) ha acquisito il settore trasporto pubblico e mobilità, prima afferente al Turismo. La nuova denominazione sarà Agricoltura, aree interne e politiche di connessione territoriale.

I dipartimenti sdoppiati

Sdoppiato, invece, il dipartimento Salute e Welfare con la nascita di due distinte e autonome articolazioni. Il dipartimento per l’Inclusione sociale, la sussidiarietà e il welfare di comunità e il dipartimento Salute e Servizi sanitari che nella nuova configurazione perde (probabilmente in favore di Azienda Zero) il settore del personale. Disgiunto anche il dipartimento Territorio e Tutela dell’Ambiente (retto da Salvatore Siviglia) con la nascita rispettivamente dei dipartimenti per la Sostenibilità ambientale e il Governo del Territorio, difesa del suolo e politiche per la casa, che acquisirà anche settori di derivazione dal dipartimento Infrastrutture e Lavori Pubblici.

Infrastrutture

Quest’ultimo - sinora retto dal manager esterno, Claudio Moroni, e con la sola denominazione Infrastrutture - acquisirà una nuova Uoa con competenze sugli interventi di edilizia sanitaria, probabilmente non a caso, dal momento che il dirigente generale è stato nominato commissario straordinario per l’attuazione degli interventi di protezione civile. Prevista poi la scomparsa del dipartimento Istruzione, Formazione e Pari Opportunità (retto da Maria Antonella Cauteruccio), assorbito nel nuovo dipartimento Asset strategici, attrazioni degli investimenti e Saperi che acquisirà alcuni settori finora afferenti allo Sviluppo Economico.

Il segretariato generale

Rafforzato il dipartimento Segretariato generale (retto Eugenia Montilla) che nella riorganizzazione guadagna una Uoa con competenze in parte provenienti dal dipartimento Personale, nel frattempo ribattezzato per la valorizzazione del capitale umano e l’innovazione nel lavoro pubblico.

In prorogatio

Nell’esercizio delle funzioni fino al 30 di novembre resteranno tutti i dirigenti generali. Fino ad allora, e in particolare fino all’1 di dicembre quando entrerà in vigore la nuova organizzazione, dovranno essere banditi gli avvisi per l’individuazione dei nuovi manager, procedura obbligatoria per gli esterni (per citarne alcuni, Claudio Moroni, Domenico Costarella, Paolo Praticò, Marina Patrizia Petrolo). Per gli interni, invece, si potrebbe procedere, come più volte avvenuto in passato, alla nomina diretta ma per la sola reggenza di dipartimenti.