Ospite del format di LaC Tv Michele Santaniello che spiega l’evoluzione della produzione: «Per chiudere l’anello della catena produttiva serviva il seme in house. E così lo facciamo maturare in acqua e ambienti controllati»
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Prospettive, innovazione e futuro delle patate della Sila, tra le eccellenze agricole calabresi più conosciute e note sui mercati ortofrutticoli. Di questo si è discusso oggi nel corso dell’ultima puntata del format del network LaC Dentro la notizia (QUI LA PUNTATA), condotta da Pier Paolo Cambareri, con il responsabile scientifico del Progetto Patata della Sila, Michele Santaniello.
L’agronomo ha rivelato quanto il consorzio Consorzio Produttori Patate Associati si stia impegnando nel chiudere il cerchio della produzione con la reperibilità del seme.
Un progetto innovativo in tal senso è stato presentato al MacFrut di Rimini, la più grande fiera ortofrutticola italiana.
«La nostra è una tecnica innovativa che si basa sul sistema aeroponico. Per produrre le patate – ha spiegato Santaniello – c’è bisogno di piantare il seme. A questo processo mancava l’anello della catena che era proprio la produzione del seme e così abbiamo iniziato a lavorare ad un sistema che lo producesse più velocemente ed in house. Il sistema serve anche a svincolarci dall’importazione del seme, anche se non è questo il motivo principale».
Il seme quindi, con questo innovativo sistema viene fatto maturare in acqua ed in ambienti controllati utili anche a migliorare il prodotto da elementi infestanti. E non vi è alcun pericolo per il consumatore.
«Questo processo – ha sottolineato Michele Santaniello – serve per risanare il prodotto. Le patate vengono così portate in laboratorio e ripulite da eventuali virosi, malattie che al consumatore non arrecano alcun problema perché si rendono infestanti solo sulle piante che così perdono forza. Riproducendo in vitro la piantina si migliora il prodotto».
L’idea, ha rivelato ancora il responsabile scientifico del Progetto Patata della Sila, è nato sei anni fa da un progetto presentato in collaborazione con l’Arsac e le università di Firenze e Reggio Calabria «ed è nato per completare il ciclo della produzione, con un seme ed un prodotto tutto nostro, silano».
Il progetto serve anche per aumentare la produzione delle patate della Sila. «Siamo bravi, non dobbiamo nasconderlo e la Sila trasferisce alla patata un sapore unico». Anche per questo il consorzio sta lavorando alla produzione di compost utile alla rigenerazione dei terreni.
«Il compost che utilizziamo deriva dagli scarti di lavorazione, quindi tutta la parte di prodotto inutilizzato, insieme alla paglia ed al cippato di legno. Il tutto viene mescolato e fatto maturare: da qui la sostanza organica che rigenera i terreni».
In tutta la filiera, peraltro, i prodotti chimici sono utilizzati solo quando necessario. «Essere sostenibili – ha concluso Michele Santaniello – significa coltivare con pratiche meno impattanti possibile, con fitosanitari tracciabili e da utilizzare solo quando ce n’è bisogno, ovvero si interviene solo nel momento in cui la pianta ne ha bisogno, se un campo deve essere curato perché c’è una malattia che fa perdere forza al prodotto».