Un operaio calabrese che lavora a Vicenza e che percepisce uno stipendio netto di 1.732 euro mensili ne paga 838 di alloggio. Impossibile pensare ad una casa in affitto a Milano. Costa in media 1.100 euro al mese e si porterà via il 65% del guadagno mensile. Il pendolarismo settimanale viaggia quasi solo ed esclusivamente in direzione Nord. Cinque o sei giorni di trasferta obbligata si portano via un intero stipendio. Per chi deve spostarsi in un comune distante o molto distante da dove risiede diventa sempre più difficile fare i conti con le spese per l’alloggio e per le bollette e con il costo della vita lontano da casa. Come per la scuola e per l’università, quelli autunnali sono mesi cruciali per chi deve trovare una nuova sistemazione per motivi di necessità o di opportunità professionali.

I lavoratori pendolari delle regioni del Mezzogiorno sono 750mila. Campania e Calabria sono in testa. Salari e spesa per l’alloggio cozzano bruscamente quando i primi sono bassi e la seconda finisce per pesare su una quota importante dello stipendio. Al Sud la vita è meno cara che al Nord ma i salari sono più risicati. Se poi si considera la tipologia di lavoro e l’attività svolta non è in generale tra le meglio retribuite, allora il costo dell’alloggio diventa insostenibile.

I lavoratori pendolari del Mezzogiorno sono 750mila. Campania e Calabria in testa

L’ultimo studio della Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa calcola che l’affitto di una casa incide in media su una quota pari al 43% del salario di un operaio. La percentuale di spesa per casa e costi accessori finisce fuori scala nel momento in cui il lavoro si trova in regioni come la Lombardia. A Milano va via il 65% dello stipendio. Lavorare a Firenze, Roma o Bologna costa circa la metà del salario. Torino con costi pari al 37% dello stipendio e Napoli con il 34,4% sono tra i grandi poluoghi di regione in cui l’incidenza dell’affitto è inferiore alla media nazionale. In 36 province italiane l’incidenza del canone supera il 30% del reddito netto di un operaio, soltanto a Taranto, Alessandria, Isernia, Vibo Valentia e Caltanissetta è inferiore al 20%. Potenza è la città con l’incidenza più bassa, pari al 17% del reddito netto.

Lavorare a Firenze, Roma o Bologna costa circa la metà del salario

La disoccupazione più accentuata al Sud e per contro la maggiore disponibilità di posti nelle regioni del Centro e del Nord creano fenomeni di pendolarismo settimanale. Un sacrificio che si aggiunge ad altri sacrifici. Con vitto, bollette e viaggi di andata e ritorno lo stipendio sparisce. Al Sud affitti e costo della vita sono più accessibili complici una offerta di lavoro inconsistente e l’accentuarsi dello spopolamento di piccoli e grandi centri.

La spesa per l’alloggio in Calabria

In provincia di Catanzaro dove, secondo lo studio della Cna, un operaio guadagna 1.579 euro netti, il fitto mensile è pari a 386 euro. In provincia di Vibo Valentia dove si guadagnano 1.454 euro il fitto mensile è di 274 euro, a Crotone 369 euro con uno stipendio di 1.533 euro, a Cosenza 395 euro con uno stipendio di 1.469 euro ed a Reggio Calabria 343 euro al mese con un salario di 1.534 euro

Le detrazioni fiscali per i lavoratori pendolari

La legge di Bilancio 2025 ha previsto un bonus affitto destinato ai dipendenti con contratto a tempo indeterminato. Vale per chi è stato assunto nell’anno. Per poterne beneficiare occorrono due requisiti: il trasferimento della residenza, anche nella stessa regione di appartenenza, ma ad almeno 100 chilometri di distanza da casa ed un reddito non superiore a 35mila euro nel 2024. C’è poi la possibilità di un contributo mensile fino a 991 euro per i lavoratori con redditi fino a 15.493,71 euro purché il trasferimento di residenza sia in un’altra regione distante più di 100 chilometri da casa.