Secondo i dati ISTAT l’incidenza complessiva della povertà assoluta tra le famiglie nel Mezzogiorno si attesta al 12,1%, marcando un divario sensibilissimo rispetto al Nord, dove i valori si aggirano attorno all’8‑9%. «La Uil Calabria - sottolinea il Segretario regionale Mariaelena Senese - esprime forte preoccupazione anche alla luce dei dati emersi dalla presentazione del Rendiconto Sociale INPS Calabria 2024, che offrono una fotografia reale delle condizioni economiche e occupazionali della nostra Regione».

Nonostante il leggero incremento del PIL registrato nel triennio 2021-2023, la Calabria si conferma ultima in Italia per PIL pro-capite (21.000 euro contro i 59.800 della Provincia autonoma di Bolzano) e per reddito disponibile per abitante. Un divario strutturale che si riflette direttamente sul mondo del lavoro. Il 2024 ha registrato un saldo positivo tra assunzioni e cessazioni nel settore privato (161.640 contro 156.226), ma la qualità dell’occupazione resta estremamente fragile. Calano i contratti a tempo indeterminato, mentre crescono quelli a termine (da 82.678 a 87.032) e aumentano i contratti part-time, oggi pari al 44,2% dei lavoratori dipendenti, con un picco tra i 30 e i 50 anni (43,5%). Le retribuzioni giornaliere medie sono tra le più basse del Paese: 77,9 euro per gli uomini e appena 58 euro per le donne, contro una media nazionale rispettivamente di 107,5 e 79,8 euro.

Si tratta di lavoro povero, sottopagato e spesso privo di reali prospettive. Anche se si registra un lieve calo del tasso di disoccupazione giovanile (dal 35,5% al 31,4%), la Calabria resta maglia nera per i NEET, ovvero giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano: sono il 26,2%, quasi il doppio della media nazionale (15,2%). Un dato allarmante, che indica una generazione senza futuro.

Per quanto riguarda la flessibilità in uscita dal mondo del lavoro, calano rispetto agli anni precedenti i numeri, emblematica è la riduzione dell’anticipazione pensionistica “Opzione donna”. Dalle 523 domande del 2022 si è passati alle 90 domande del 2024, segnale evidente di una misura non più appetibile e rispondente alle esigenze di flessibilità in uscita delle lavoratrici donna.

Sul fronte del welfare e degli ammortizzatori sociali, calano i beneficiari per sospensione del lavoro (da 13.342 a 12.134); aumentano le ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni (da 2 a 2,34 milioni); crescono le domande di disoccupazione accolte (161.492).

L’Assegno di Inclusione ha raggiunto 59.377 famiglie. L’Assegno Unico 210.622 nuclei. Il Supporto per la Formazione e il Lavoro ha registrato 11.236 richieste accolte.

Sul piano della legalità, il rendiconto INPS evidenzia un’attività ispettiva intensa: 493 ispezioni effettuate; 10 milioni di euro di evasione contributiva accertata; 2.993 lavoratori irregolari scoperti.

«Alla luce dei dati emersi dal Rendiconto Sociale INPS, che confermano quanto la Uil sostiene da tempo, appare necessario – prosegue il Segretario Uil Calabria - intervenire con decisione per:

- Rafforzare e consolidare gli strumenti del Padel, il programma regionale pensato per creare occupazione di qualità. Il Padel deve favorire inserimento, reinserimento e formazione dei lavoratori, con un’attenzione particolare a giovani, NEET, donne e soggetti svantaggiati.

- Migliorare la capacità di welfare locale, soprattutto nelle aree interne, considerando non solo la dimensione economica ma anche infrastrutturale (servizi sociali, abitativi, educativi).

- Valutare incrementi significativi e mirati degli importi delle prestazioni sociali come l’ADI, specie per famiglie numerose, con carichi di cura o con componenti vulnerabili.

- Favorire politiche per ridurre il divario territoriale: investimenti infrastrutturali, incentivi per l’occupazione femminile, contrasto alla precarietà, al lavoro povero e al lavoro sommerso».

«Continuiamo a dare e registrare numeri – aggiunge Senese - ma occorre tradurre questi numeri in azioni concrete per invertire questa tendenza e puntare verso una crescita duratura e strutturale. È fondamentale capire cosa ha effettivamente trainato – o potrebbe trainare – l'economia regionale. Per promuovere una crescita economica solida e sostenibile in Calabria, è fondamentale adottare un approccio strategico che valorizzi i settori più vocati del territorio. La regione possiede potenzialità ancora inespresse che, se adeguatamente sfruttate, possono incidere significativamente sulla produttività, sull’occupazione e sul benessere collettivo. È fondamentale promuovere investimenti mirati nel comparto industriale, favorendo la crescita di settori ad alto contenuto tecnologico e l’innovazione produttiva.

Tale strategia consente di creare occupazione qualificata, capace di trattenere giovani talenti e professionalità nel territorio, e di attrarre nuovi investimenti nazionali e internazionali. In questo processo, è essenziale valorizzare le competenze e le attività di ricerca degli atenei calabresi nel campo dell’intelligenza artificiale, in modo da costruire un ecosistema integrato tra università, imprese e istituzioni, capace di generare sviluppo sostenibile e competitività. Concentrare risorse, politiche e investimenti nei settori a maggiore vocazione territoriale è la strada per attivare uno sviluppo duraturo in Calabria. Serve una visione strategica condivisa tra istituzioni, imprese, università e cittadini, basata sulla valorizzazione delle risorse locali, sull’innovazione e sulla sostenibilità. Solo così la Calabria potrà colmare i divari esistenti e diventare protagonista di un nuovo modello di crescita».