La vertenza

Sciopero nazionale dei call center con appalti Tim: braccia incrociate anche nelle sedi calabresi di Abramo, Ennova e Konecta

La denuncia dei sindacati: «Ingiustificato calo dei volumi di lavoro e duemila esuberi entro la fine dell'anno». Tutti fermi il 18 marzo. Chiesto un incontro urgente al Ministero per individuare soluzioni ed «evitare ingenti impatti occupazionali»

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di Redazione Economia
4 marzo 2024
16:31

Le segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil hanno proclamato uno sciopero per l’intera giornata del 18 marzo, che coinvolgerà le aziende che hanno appalti da parte di Tim, ossia: Abramo customar care, Ennova, Gruppo distribuzione e Konecta.
Lo sciopero è stato proclamato «considerato - è scritto in una nota delle sigle sindacali - l’ingiustificato calo di volumi lineare che ha impattato le aziende operanti in appalto sulle attività di gestione clienti per Tim, che ad oggi occupano, tra le 4 aziende indicate in calce, oltre 5mila addetti» e «tenuto conto che tra le richieste di ammortizzatori sociali già formalizzate e quelle che saranno presentate nei prossimi giorni emergono esuberi per 1500 addetti dal mese di marzo 2024 fino ad arrivare ad oltre 2000 entro il termine dell’anno».  

Lo sciopero interesserà le lavoratrici ed i lavoratori operanti su tutte le attività di customer care di Tim, secondo la suddivisione territoriale ed aziendale di seguito indicata. Abramo cc: Montalto Uffugo (CS), Catanzaro, Crotone, Palermo. Ennova: Pomezia, Crotone, Cagliari. Gruppo distribuzione: Roma, Matera, Palermo. Konecta: Livorno, Rende (CS), Palermo, Olbia. 


I sindacati chiedono inoltre un incontro urgente al Ministero «al fine di individuare le opportune soluzioni, onde evitare ingenti impatti occupazionali. Come preannunciato nel corso dello scorso incontro del 22 febbraio, la situazione, nel sistema degli appalti customer care di Tim, sta degenerando mese su mese. In particolare: Abramo CC in AS, per il mese di marzo è stata effettuata una pianificazione dell’ammortizzatore sociale di circa il 60%. Con una condizione di incertezza totale anche sulla proroga delle attività,  tenuto conto che ad oggi nonostante le rassicurazioni politiche in tal senso, i commissari straordinari non hanno fornito alcuna notizia in merito. In ogni caso anche in presenza formale di una proroga  contrattuale, la carenza dei volumi certificata dall’ammortizzatore sociale programmato per il mese in  corso, conferma le preoccupazioni sindacali circa una proroga “farsa”. Callmat ha avviato formalmente la richiesta di ammortizzatore sociale, in attesa di convocazione  presso il Ministero del Lavoro, con percentuali di cassa integrazione a partire dal 30% con previsioni  di innalzamento nei mesi futuri. Ennova e Konecta hanno annunciato cali di volumi sulle varie attività gestite per conto del  committente Tim. In questa fase la riduzione di attività è gestita con utilizzo di istituti contrattuali che,  terminando a breve, stante la conferma dei volumi comunicati per i prossimi mesi, sarà ineludibile  l’avvio della richiesta di accesso agli ammortizzatori sociali». 

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«La situazione - concludono i sindacati - sta degenerando anche dal punto di vista della tenuta sociale nei territori impattati, Livorno, Roma, Pomezia (RM), Matera, Montalto Uffugo (CS), Rende (CS), Crotone, Catanzaro,  Palermo, Cagliari, Olbia pertanto al fine di sollecitare l’intervento di tutti gli attori coinvolti nella  vertenza, istituzioni nazionali e locali, committenze ed outsourcing, a sostegno della rivendicazione sindacale per una piena e completa tutela occupazionale, le organizzazioni sindacali hanno proclamato un primo sciopero su base nazionale per il prossimo 18 marzo, per poi proseguire la mobilitazione, in  assenza di soluzioni positive della vertenza, con ulteriori iniziative anche territoriali ed aziendali, da svolgersi tra i mesi di marzo e aprile». 

 

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