Lunedì rientreranno in classe 254.725 alunni, 36.143 docenti, 279 dirigenti ed oltre 1.400 tra assistenti amministrativi, tecnici e collaboratori. L’economia scolastica è uno dei motori che consente di sostenere le economie locali dei territori in cui si trovano gli istituti.

La spesa delle famiglie e dei lavoratori del comparto, come pure le attività ed i servizi ad esse collegati - pensiamo al trasporto urbano ed interurbano, il commercio al dettaglio ed i fitti per i fuori sede - rappresentano il 7,5% del Pil nominale della regione (38,7 miliardi nel 2024), circa 245 milioni di euro all’anno. La circolazione di queste risorse consente la sopravvivenza di molte attività produttive e ricettive che contano su questi guadagni per strutturare il proprio fatturato. Su questa economia pesa lo spopolamento della regione: quest’anno il numero degli alunni è diminuito del 3,7%.

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Questo nuovo anno scolastico si aprirà con un drastico taglio di autonomie: istituti, anche di indirizzi diversi, messi insieme, con alla guida un solo dirigente (foto: freepik)

Taglio delle Autonomie

Questo nuovo anno scolastico si aprirà con un drastico taglio di autonomie: istituti, anche di indirizzi diversi, messi insieme, con alla guida un solo dirigente. Erano 360 a giugno. Sono diventati 281 per effetto dell’accorpamento di più scuole sotto un’unica direzione. Da lunedì la provincia di Cosenza ne avrà 106, 29 in meno, Reggio Calabria 75, 17 in meno, Catanzaro 50, 14 in meno, Crotone 29, 8 in meno, e Vibo Valentia 21, 11 in meno. I numeri dell’Osservatorio Istruzione della Regione Calabria dicono che Cosenza è la provincia con il maggior numero di istituti comprensivi e di scuole secondarie, il 35%, seguita da Reggio Calabria con il 25%. Le sedi statali sono 2.320 e gli istituti paritari 400. Il maggior numero di alunni frequenta le scuole secondarie di I grado, il 19,5%, e le scuole secondarie di II grado, 36,6%.

Le classi si svuotano

Dal 2019 al 2024 i numeri dicono che in Calabria il numero della popolazione al di sotto dei 19 anni si è ridotta di 24.675 unità. Dal 2002 la Calabria ha perduto 136mila under 19, quasi un terzo della popolazione minorenne della regione. In Calabria la crisi demografica non rallenta. Nel 2024 le nascite sono diminuite del 4,5%. Secondo i dati Istat, al 31 dicembre 2024 la fascia d’età 0-14 anni rappresenta appena il 12,5% della popolazione residente (1,8 milioni di abitanti). Questi numeri dicono che con la diminuzione degli alunni anche la situazione della scuola non potrà che peggiorare. E con essa il circuito virtuoso delle economie che si porta dietro.

Parte il “4+2” della filiera formativa tecnologico-professionale

La Calabria è una delle regioni con il maggior numero di richieste di accesso al nuovo modello “4+2” che unisce 4 anni di scuola superiore con 2 anni di formazione terziaria negli ITS Academy. Gli istituti autorizzati dal ministero dell’Istruzione sono 394. I piani di studio puntano a formare figure professionali di alta specializzazione nei settori in cui è maggiore la richiesta da parte delle aziende. Al termine del quarto anno si sostiene l'esame di stato. Lo studente può poi decidere se proseguire con l'ITS Academy, inserirsi nel mondo del lavoro o intraprendere un ulteriore percorso di formazione professionalizzante o di studio universitario.

I percorsi di studio tradizionali

I licei continuano ad essere preferiti da oltre la metà degli studenti calabresi registrando il 57% delle iscrizioni per il nuovo anno scolastico. Seguono gli istituti Tecnici con il 31,7% e gli istituti Professionali con l’11.3%. Gli istituti Tecnici hanno fatto registrare un incremento delle iscrizioni pari all’1,8% rispetto allo scorso anno. L’indirizzo Scientifico, con il 15,7%, guida la scelta tra i licei. Seguono le Scienze applicate con l’11,4%, il Classico con l’8,5%, le Scienze umane con in 6,2% ed il Linguistico con il 4,9%.

Overhead portrait of students in trendy sneakers chilling on the floor while preparing for exams together. University friends spending time together using laptops and writing abstract.
Il maggior numero di alunni frequenta le scuole secondarie di I grado, il 19,5%, e le scuole secondarie di II grado, 36,6% (foto:freepik)

Negli istituti Tecnici scelgono il settore Economico l’8,6% degli studenti, di cui il 7,4% l’indirizzo “Amministrazione, finanza e marketing” e l’1,2% l’indirizzo “Turismo”. Gli indirizzi più gettonati sono “Informatica e telecomunicazioni” (5,6%), “Chimica, materiali e biotecnologie” (3,9%), “Elettronica ed elettrotecnica” (3,3%), “Meccanica, meccatronica ed energia” (3,5%). Le iscrizioni agli istituti Professionali hanno fatto registrare una lieve diminuzione passando dal 12,1% di un anno fa all’ 11,8%. Gli indirizzi maggiormente scelti sono “Enogastronomia e ospitalità alberghiera” (4,9%), “Manutenzione e assistenza tecnica” (1,7%), “Agricoltura, sviluppo rurale, valorizzazione dei prodotti” (1,1%), “Arti ausiliare delle professioni sanitarie” ed indirizzo “Odontotecnico” entrambe all’1%.