Un’altra data storica per la vitivinicoltura calabrese e per uno dei vini passiti più antichi del Mediterraneo. Il Masaf con proprio decreto del 9 luglio scorso ha riconosciuto il Consorzio Greco di Bianco Dop, approvandone il relativo statuto. L'apposito disciplinare approvato dalla Ue era in vigore dal lontano 1980, stabilendo una limitata zona di produzione: il comune di Bianco e parte del territorio della limitrofa Casignana, famosa per la meravigliosa Villa Romana.

Il vitigno nobilissimo che è alla base di questo vino passito dalle proprietà organolettiche straordinarie è il Greco Bianco del Greco di Bianco Dop. Perché questa precisazione a rischio di cacofonia? Perché tra i vitigni autoctoni calabresi c’è un omonimo Greco di Bianco che ha tutt’altra natura genetica ed è contemplato, ad esempio, nel disciplinare di produzione del Cirò Doc: dà vita a vini bianchi fermi.

Il vitigno Greco Bianco di Bianco e Casignana, invece, appartiene alla famiglia delle Malvasie che, proprio alla luce di recentissime ricerche scientifiche internazionali di alto livello, è risultata tra le più interessanti, longeve e “primordiali”.

Le stesse ricerche (per un esame approfondito si rimanda al volume “L’Alberello Enotrio) hanno dimostrato che da diversi millenni le Malvasie hanno “viaggiato” lungo le rotte mediterranee, tra Asia, Europa meridionale ed Africa settentrionale, seguendo i complessi movimenti di popoli molto prima della mitica Magna Grecia, o comunque della colonizzazione ellenica di età storica. Né sono da sottovalutare tutti i processi distintivi di adattamento locale. Ogni supposizione non scientifica sulla “primogenitura” di questa famiglia delle Malvasie è da ritenere, pertanto, forzata o poco meditata.

Certo è che nella Locride questo vitigno è anziano di secoli e secoli, e comunque si è adattato in maniera particolare, unica e inimitabile alle specifiche condizioni climatiche di quella fascia costiera che venne resa famosa dall’aristocratica Lokroi.

I grappoli molto spargoli di Greco Bianco vengono vendemmiati in condizione di surmaturazione, nel senso che vengono lasciati appassire già sulla pianta. In una seconda fase gli stessi grappoli che hanno il colore dell’ambra vengono ulteriormente sottoposti ad alcuni giorni di appassimento al sole naturale, disposti con delicatezza su appositi graticci.

Il Greco di Bianco Dop non prevede alcuna forma di riduzione del mosto per bollitura. Ogni anno è il potente sole della Locride di fine agosto e settembre a “rinnovare il miracolo”, regalando sapori e profumi di assoluto pregio. Considerato il processo produttivo appena descritto, le rese dell’uva sono ovviamente bassissime, il che garantisce livelli di concentrazione elevati delle sostanze aromatiche presenti negli acini: si avverte, tra l'altro, un inconfondibile profumo di zagara!

La nascita del Consorzio consentirà, finalmente, di lavorare sodo per la piena valorizzazione di questo vino passito che è un vero e proprio gioiello della Calabria enologica.

Questi i soci fondatori: Azienda vinicola Ceratti Pasquale di Ceratti Umberto; Azienda agricola Arangara; Azienda agricola di Latella Flavio; Azienda agricola Beatrice Brancatisano; Azienda agricola Ielasi Ferdinando; Azienda agricola Maria Maisano; Azienda vinicola Ceratti Adolfo; Azienda agricola Maria Baccellieri, Cantine Jelasi Antonio di Jelasi Filippo. Ai sensi delle norme vigenti saranno possibili nuove adesioni. Il Consiglio d’amministrazione è così composto: Umberto Ceratti (presidente), Antonio Nesci (vice presidente), Flavio Latella (consigliere), Beatrice Brancatisano (consigliere), Ferdinando Maisano

Il Consorzio inaugurerà la propria attività con una presenza ufficiale al Vinitaly Sibari (16-18 luglio) organizzato dalla Regione Calabria (Dipartimento Agricoltura) e dall’Arsac.