La realtà è ben diversa: è fatta paesi che si svuotano, di giovani che vanno via, di ospedali in perenne emergenza. Questi temi, però, sono rimasti ai margini. Al loro posto, slogan generici, promesse facili e racconti di immaginari successi
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In Calabria la campagna elettorale che si sta chiudendo doveva servire a fare chiarezza, a mettere sul tavolo i problemi veri. Invece si è preferito raccontare una Calabria da cartolina: bella, suggestiva, piena di promesse e di illusioni.
La realtà è quella dei paesi che si svuotano, delle scuole che chiudono per mancanza di bambini, delle piazze deserte, dei giovani costretti ad andare via e dei genitori che li seguono. È la realtà della corruzione che continua a infiltrarsi nella vita pubblica, della ’ndrangheta che resta un potere parallelo mentre molti fingono che non esista più.
La sanità è l’emblema di questo fallimento: ospedali in perenne emergenza, ambulanze che non arrivano mai, cittadini che muoiono in attesa di cure. Sempre più persone rinunciano a curarsi. Chi può si rivolge al privato, spesso al Nord; gli altri restano esclusi da un diritto che dovrebbe essere universale.
Eppure questi temi sono rimasti ai margini della campagna elettorale. Non sempre e non per colpa di tutti, ma è accaduto. Al loro posto, slogan generici, promesse facili e racconti di successi immaginari. La verità è che subito dopo il voto i problemi torneranno in tutta la loro durezza, aggravati dall’inerzia e dalla banalizzazione della condizione in cui viviamo. Noi abbiamo il dovere di raccontare la verità. Sempre e comunque. Non dovendo rispondere a nessuno, non essendo al soldo di alcuno. Nella massima libertà.
C’è poi un dato che pesa come un macigno: più della metà dei calabresi non andrà alle urne. È un segnale di sfiducia radicale, che riduce la democrazia a un esercizio di pochi, dove si governa con una manciata di voti.
Per questo, l’ultima settimana di campagna elettorale non dovrebbe essere l’ennesimo giro di giostra. Dovrebbe diventare un’occasione di verità, un momento di confronto serio sui problemi reali di questa terra: lo spopolamento che cancella intere comunità, la crisi economica, la fuga dei giovani che impoverisce il futuro, la povertà che avanza, il turismo in affanno, la cronica mancanza di infrastrutture.
Adesso ognuno faccia la propria parte. Il tempo delle attese è finito: i mesi che ci aspettano saranno difficili e tutto ciò che è rimasto sotto traccia emergerà con forza. Noi saremo lì a raccontarlo. Con grande attenzione e severità.
Liberi. Autorevoli. Al servizio della verità.