L’intervista

La birra del Brillo, nel cuore della Sila l’idea di un gruppo di giovani è già un successo

La nostra chiacchierata con Antonio Morrone e Alfredo Martire che sono l’anima di un nuovo e moderno birrificio diretta emanazione del noto ristorante di Lorica

di Franco Laratta
28 maggio 2023
20:00

I giovani fanno agricoltura. Anche in Calabria. E lo fanno con uno spirito nuovo, moderno, utilizzando nuove tecnologie che migliorano le produzioni, aumentano la qualità, rendono ogni processo più efficace. I giovani fanno impresa. Producono con intelligenza e grazie all’ e-commerce conquistano il mercato, anche quelli più lontani. E se facciamo un salto nella splendida montagna della Sila, troviamo nientemeno che una straordinaria produzione: la birra!

Cosa c’entra l’altopiano della Sila con la birra e ora anche con un moderno birrificio messo in piedi da un gruppo di giovani?
Ne parliamo nel giardino del Brillo Parlante di Lorica che si affaccia su uno dei laghi più belli d’Italia, con Antonio Morrone, che con Alfredo Martire è l’anima di un nuovo e moderno birrificio, diretta emanazione dello stesso Brillo.


«L’altopiano della Sila trova la sua vocazione anche nelle produzioni enogastronomiche di qualità, che grazie a lavorazioni accurate e materie prime di pregio diventano un po’ lo specchio delle ricchezze che un territorio così rigoglioso è in grado di offrire. Una fra tutte, la famosa “Spremuta della Sila” la nostra pregiatissima acqua, presente in Sila in abbondanza, pura e rinfrescante, ingrediente principe nella preparazione di una birra di buona qualità. Grazie ad una elemento pregiato come l’acqua riusciamo insieme alla commistione delle altre materie prime utilizzate per la preparazione della birra, quali i diversi luppoli e malti, ad ottenere un prodotto di alta qualità, reso unico e peculiare dalle ricette proposte dal birraio che negli anni da piccole produzioni casalinghe ha lavorato ad una produzione sempre crescente».

E poi siete arrivati a quella che per voi è un po’ la realizzazione di un sogno: produrre birra artigianale, in alta quota.
«Sì, dice Antonio, ci siamo riusciti noi del Brillo, con il nostro moderno impianto dotato di tutte le attrezzature richieste, utili a ricavare un prodotto curato in ogni fase della preparazione e soprattutto un impianto di medie dimensioni, adatto anche a produzioni più massicce».

L’impianto è davvero moderno, grazie anche all’utilizzo di nuove tecnologie. Ma che tipo di birra viene prodotto nel cuore della Sila Grande?
«Attualmente produciamo 6 tipologie di birra. La nostra Saison, la “Gregna”, la prima nata in casa Brillo, il termine dialettale che la identifica deriva appunto dai fasci di grano, le “gregne”, poiché composta da quattro cereali differenti che conferiscono un gusto complesso ma anche una buona bevibilità; una American Pale Ale, la “Brezza” una birra di colore ambrato in cui vengono utilizzati luppoli americani che la rendono amara al palato e molto profumata; una Belgian Strong Ale la “Stizza” birra dal sapore caldo e avvolgente, di buona gradazione alcolica, creata per i freddi inverni, accostata ad una buona grigliata di carne; una Red Ale l’ “Anniversario”, nata in occasione dei festeggiamenti dei 10 anni di attività, birra rossa dai sentori leggermente tostati, a bassa gradazione, abbinatile a buona parte del menù della griglieria; un’Hotmeal Stout la” Sciurus” dedicata al tipico scoiattolo nero silano, birra scura in cui grazie alla presenza di avena si fondono i sentori tostati dei malti e una morbida boccata».

E poi c’è la “Piennula”, una birra veramente speciale che abbiamo gustato con Alfredo e Antonio tra una chiacchiera e l’altra. Davvero eccezionale.
«Sì, l’ultima nata è proprio la “Piennula”, un Italian Grape Ale, unico stile di birra italiano, fatta per il 20% con mosto d’uva delle Cantine Termine Grosso, site nella zona vitivinicola crotonese, a Rocca Bernarda, uno stile molto particolare in grado di legare l’eccellenza vitivinicola calabrese al mondo della birra».

Interessante è saper quali siano le caratteristiche delle birre prodotte in casa dai ragazzi del Brillo: Alfredo, Antonio, Ivan, Noemi e tutti gli altri che da circa 15 anni sono il punto di riferimento del turismo silano.
«Ciascuna tipologia di birra presenta caratteristiche differenti, la “Piennula” ad esempio è una birra molto fruttata, con forti sentori vinosi, conferiti proprio dall’aggiunta di mosto d’uva nel corso della preparazione; la “Brezza” presenta delle note amare particolarmente spiccate, grazie all’aggiunta di una serie di luppoli amaricanti e profumi tropicali conferiti dai luppoli utilizzati durante la fase cosiddetta, di dry hopping. Si discosta molto dalle prime due, in termini di gusto e sentori, la “Sciurus”, che presenta note di caffè, liquirizia, cioccolato, ideale da servire anche accostata ad un dessert, ad una buona pitta ‘mpigliata sangiovannese ad esempio».

Diciamo che in sostanza tutte le vostre birre sono create per essere abbinate in maniera armonica al menù della vostra griglieria, a base prevalentemente di carne, salumi e prodotti tipici dell’altopiano.
«Nell’ideare le diverse ricette delle birre, privilegiamo sempre una buona bevibilità, poiché l’obiettivo finale è quello di rendere il prodotto birra buono e particolare ma al contempo sempre facile da bere».

Dopo gli straordinari successi del Brillo, dopo la creazione del nuovo e moderno birrificio, quali sono i programmi di questo gruppo di giovani?
«Per il futuro i progetti sono tanti, intendiamo aumentare la produzione, continuare a formarci e specializzarci e perché no, magari provare anche qualche nuovo formato, la lattina per esempio, molto in voga tra i giovani e molto adatta al consumo in ambiente outdoor».

Ma un pensierino sull’esportazione non lo fate?
«Cominciamo a farlo, perché vorremmo raccontare la Sila nel mondo, attraverso la nostra birra artigianale, che dall’etichetta, ai nomi delle diverse birre, racconta tanti piccoli pezzetti di Sila, legati a tradizioni, termini dialettali ed elementi simbolici tipici dell’altopiano silano. L’intento è quello di costruire nel tempo una filiera produttiva in cui si riescano ad attingere dal territorio le materie prime, utili alla produzioni della birra. Per la commercializzazione pensiamo ad un piano di vendita ben ponderato, intendiamo portare il prodotto in luoghi dove possa veramente essere valorizzato, compreso e apprezzato, dunque non una vendita di massa rivolta a tutti i distributori, ma un piano di vendita oculato, guidato da scelte ben precise».

Alfredo, Antonio, Noemi, Ivan… ragazzi straordinari. Sempre sul pezzo, sempre pronti a mettersi in discussione. E a innovare: grazie alla collaborazione con le guide facenti parte del team, sono moltissimi i “Beer Trek” già proposti e le varie attività escursionistiche legate alla degustazione del prodotto direttamente in birrificio. Così come stanno studiando nuove opportunità di impresa sul territorio e fuori dal territorio, continuando a lavorare con costanza e passione per far sì che la Sila con tutte le sue ricchezze, i suoi prodotti, il suo patrimonio culturale, naturalistico ed enogastronomico, possa volare sempre più in alto.

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