Storie di successo

«Non potevo far perdere la tradizione dello zibibbo in Calabria, ecco perché sono tornato»

Giovanni Benvenuto ha deciso di riprendere in mano i terreni del nonno a Francavilla, nel Vibonese: «Sentivo il fuoco della passione dentro». Oggi il suo vino ha conquistato anche l'estero

di Franco Laratta
5 marzo 2023
12:01

Una storia quella di Giovanni Celeste Benvenuto che sembra una leggenda. Partiamo dall’inizio: il papà è nato a Pizzo, ma negli anni Sessanta è costretto a trasferirsi a Roma. Poi a Tagliacozzo. Lavora nel settore edile, mette su famiglia, nascono Giovanni Celeste e Antonello. Tutte le estati si tornava in Calabria, dove vivevano i nonni paterni e tanti parenti.

Giovanni Benvenuto con la Calabria sempre nel cuore. In lui c’è sempre stata la voglia di ritornare. «Covavo in me questo desiderio, già dalle scuole medie, decisivo poi il passo degli studi universitari, e l'aver maturato la consapevolezza che non potevo far perdere definitivamente la tradizione dello zibibbo in Calabria».


In Giovanni è sempre stata forte la passione per la viticoltura. Infatti ha frequentato la Regia Scuola Agraria a Scerni, in provincia di Chieti. Poi è successo altro, un segno che ha cambiato tutto… «Andai a visitare la facoltà di Agraria della Tuscia, ma dentro di me sentivo che qualcosa non era giusto per me... E una serie di coincidenze mi spinsero a visitare la Mediterranea di Reggio Calabria che oltretutto in quel periodo aveva un polo distaccato proprio a Lamezia Terme, a 15 minuti da Francavilla Angitola dove abbiamo le vigne...era il segno che ho colto».

Quando Giovanni decide di rientrare in Calabria, i terreni del nonno adibiti allo Zibibbo erano ormai in stato di abbandono da tempo. Mentre frequentava l’Università in Calabria, Giovanni decide di recuperare le vigne. Evidente che aveva in mente di fare qualcosa. Anche se la sfida non era di poco conto. «Avevo solo paura di lasciarmi alle spalle un grande rimpianto, di non averci provato. Dentro di me sentivo il fuoco della passione e quella sensazione che stavo percorrendo la strada giusta, impervia, lunga, ma giusta. L'unica cosa che mi spaventava erano i pregiudizi e l'ignoranza».

La forza della famiglia

Giovanni ha sentito la famiglia sempre vicina. È successo alcune volte che i genitori, il fratello Antonello e la zia Anna venissero in Calabria per aiutarlo e incoraggiarlo ad andare avanti. La sfida si faceva sempre più ardua, ma Giovanni non si ferma e decide di puntare sullo Zibibbo. «Sono sceso lasciando la mia amata famiglia in Abruzzo, ma ogni qualvolta potevano, scendevano per aiutarmi, e lo facevano anche da distanti. Senza di loro non ce l'avrei fatta, ora da quando papà è in pensione trascorrono qui ancora più tempo, ed è una cosa meravigliosa per tutti noi. Il puntare sullo zibibbo è nato per senso di amore e protezione verso un territorio e le sue tradizioni da un lato, consapevolezza del suo grande potenziale dall'altro, oltretutto allora, quasi inespresso allora, dimenticato ed a rischio di estinzione».

Il tempo ha dato ragione al giovane imprenditore, così le Cantine Benvenuto decollano. Da Francavilla Angitola hai iniziato ad esportare anche fuori dall’Italia. Un successo che ha premiato il coraggio e la determinazione di Giovanni, che non si è fermato davanti a niente.

Azienda di successo

«Ad oggi esportiamo più di quanto vendiamo in Italia. Austria, Svizzera, Belgio, Germania ,Francia, Regno Unito, Usa , Canada e Giappone...con ogni distributore nazionale abbiamo un approccio di racconto del territorio attraverso il vino, piuttosto che di mero aspetto commerciale».

Le Cantine Benvenuto con una certa rapidità conquistano i mercati internazionali. Lo Zibibbo conquista anche gli americani. Il New York Times, mette al terzo posto tra i 10 migliori vini italiani sotto i 25 dollari, lo Zibibbo secco di Benvenuto. Un successo straordinario ovunque. Non semplice da spiegare.

«Senza voler peccare di arroganza, far raggiungere le vette ai miei vini è sempre stato l'obiettivo prefissato, vivo ogni istante nella mente e nell'anima della mia attività, cosa che ancora continua oggi, dove ogni anno dedico ricerca e tantissimo studio all'aspetto agronomico ed enologico, per permettere ad un territorio meraviglioso di raccontare la sua naturale vocazione. L'impegno, lo studio, i tanti sacrifici, la dedizione e l'essere originali piuttosto che imitare, cosi me lo spiego».

Una sfida è venuta anche dalla Francia. Tu la raccogli e dopo mesi e mesi di approfondimento e ricerca è venuto fuori il tuo primo Orange. «Devo tutto al mio importatore Christophe Gillon di arte del vino... un uomo dalla mostruosa preparazione enologica che vende da decenni i migliori vini Italiani in Francia. Averlo conosciuto è stato per me motivo di ulteriore crescita personale. Proprio grazie ad una delle sue tante bottiglie, speditami per essere studiata, come si fa in genere con i libri, per aprirsi a nuove concezioni e sperimentazioni che nasce, dietro sua proposta, la sfida di macerare lo zibibbo, per oltre 40 giorni, un altro lungo percorso, intenso e ricco soddisfazioni, che lo ha portato ad affiancarsi come apprezzamento al fratello zibibbo secco».

Spumantizzazione di solo zibibbo

Ma Giovanni Celeste Benvenuto non ha finito di stupire. «Quest'anno ne vedremo delle "bolle" ci sarà l'uscita della mia prima spumantizzazione di solo zibibbo, al quale si affiancherà un rosso riserva davvero intrigante, anche lui frutto di ricerca e lavoro dal 2018».

Passeggiando con Giovanni nelle sue splendide proprietà di Francavilla Angitola, si finisce con il parlare della Calabria, una terra difficile. Una terra che se affrontata dal verso giusto dà grandi soddisfazioni. «È una terra che amo e che mi sta dando tantissimo, ricca di gente per bene, allo stesso modo tra le cose difficili da accettare, ci sono quei retrogadi atteggiamenti mentali che hanno alcuni, di invidia distruttiva, con la difficoltà a sopportare il successo altrui, la mancanza di originalità ed umiltà… tutti limiti che purtroppo portano ad un ritardo nello sviluppo di interi territori, e che ci rendono sempre secondi a qualcuno, mai consapevoli, mai liberi».

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