Mentre al teatro comunale va in scena il Remigration Summit, fuori in 200 sfilano al grido di «vergogna». Cortei anche nel capoluogo lombardo. Il ministro dell’Interno getta acqua sul fuoco: «Tutti i contributi servono»
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A Gallarate, in provincia di Varese, il Remigration Summit, il contestato raduno dell'ultradestra sul tema dell'immigrazione che si svolge al Teatro Comunale.
Il generale Roberto Vannacci ha inviato un video scusandosi di non poter essere presente.
«Vi do il mio sostegno» ha detto aggiungendo che «la remigrazione non è uno slogan ma una proposta concreta». «Vuol dire mette al centro gli italiani, gli europei. È una battaglia di libertà e civiltà, di sicurezza, che è il vero spartiacque fra destra e sinistra».
La convocazione ai partecipanti è arrivata via e-mail a chi aveva acquistato il biglietto con l'indicazione del luogo e dell'orario, anticipato alle 9 rispetto alle 14.30 come era originariamente previsto.
«È stato deciso di fare questa manifestazione a Gallarate. Le misure per garantire l'ordine pubblico prese da questura e prefettura sono imponenti e adeguate. Mi auguro che vada tutto bene perché è giusto che tutti possano manifestare le proprie idee», ha detto il sindaco di Gallarate Andrea Cassani.
Inglesi, polacchi, olandesi e italiani. Un pubblico variegato quello presente al Remigration summit. Tutti collegano la scarsa sicurezza percepita a all'immigrazione clandestina. «È una questione identitaria - spiega un partecipante inglese - L'Inghilterra appartiene agli inglesi, la Scozia agli scozzesi, l'Italia agli italiani».
«La remigrazione è un tema del nostro partito», ha detto Davide Quadri, varesino dalla lunga militanza leghista e tuttora responsabile Esteri della Lega Giovani. Dice di essere venuto ad ascoltare e di non escludere sinergie con altri rappresentati di movimenti europei arrivati a Gallarate. «Da donna io ho paura ad uscire di casa - ha aggiunto una partecipante italiana - non posso uscire senza rischiare di essere violentata. Gli stranieri irregolari vanno allontanati, il Governo non fa abbastanza. Non possiamo riempire le nostre carceri e io voglio essere libera di uscire di casa senza il rischio di subire uno stupro».
Piantedosi: «Remigration o moderati? Contributi legittimi»
«Sono due legittimi contributi ad una discussione. In democrazia c'è bisogno di tutti i contributi e di tutte le componenti rispetto a fenomeni così complessi», ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, da Napoli, rispondendo a una domanda sull'approccio da lui preferito sul tema dell'immigrazione fra quello dell'ala moderata del centrodestra e quello del Remigration Summit.
«In democrazia non bisogna avere paura di nulla, anche di idee che possano apparire molto forti, molto controverse, molto discutibili anche, non condivise in qualche modo», ha aggiunto. «Io da ministro dell'Interno ho l'obbligo di garantire la libera espressione del pensiero da parte di chiunque - ha proseguito Piantedosi - salvo pensieri che siano di per sé lesivi della sfera giuridica altrui o comunque della Costituzione o di qualsiasi altra cosa. Per cui non credo ci sia contraddizione. È giusto che qualcuno possa ritenere in qualche modo interessanti questi forum di discussione che periodicamente vengono messi in campo. Ci sono altri, come in questa sede, che invece hanno un altro tipo di merito e di metodo di discussione».
A Gallarate 200 al flash mob contro il Remigration summit
Sono circa 200 i partecipanti al flash mob organizzato dal centrosinistra. Al grido di «vergogna» i partecipanti sono ritrovati in piazza Libertà. «Sono tanti i cittadini presenti oggi per dire che non vogliamo chi vuole deportare milioni di persone - ha detto il senatore Pd Alessandro Alfieri - persone alle quali è stato concesso l'uso di un teatro comunale, quindi di uno spazio pubblico da un sindaco della Lega. Del resto Salvini ha gettato la maschera avallando questa presenza in nome della libertà di parola. La libertà di para non è qualcosa che si usa come una clava. Noi vorremmo sapere, invece, cosa pensa sul tema la presidente Meloni. Cosa pensa di chi, e certo Trump non aiuta, vuole deportazioni di massa sulla base della razza».
«Oggi è stata sporcata la Lombardia - aggiunge il consigliere regionale dem Samuele Astuti - è vergognoso. Abbiamo proposto al Consiglio regionale una mozione di condanna unanime. Ancora una volta la maggioranza del presidente Fontana ha scelto di nascondere la testa sotto la sabbia».
Cori e manganelli a Milano
Altri due cortei si sono tenuti a Milano nel pomeriggio contro il Remigration Summit. Nel capoluogo lombardo si sono verificati scontri fra i manifestanti al corteo dei centri sociali e le forze dell'ordine.
Il corteo era partito da piazza Cairoli. Ad aprire il corteo, al quale partecipano alcune centinaia di persone tra cui manifestanti provenienti anche dall'estero, uno striscione nero con scritto "Make Europe antifa again". Prima della partenza sono stati accesi alcuni fumogeni e dalle prime file del corteo è partito il coro «Siamo tutti antifascisti».
All'altezza di via Carducci i manifestanti si sono fermati e hanno indossato i caschi, mentre lanciavano diversi fumogeni. Invece che proseguire per via Carducci, il corteo ha deviato per via Leopardi e ha svoltato per via Boccaccio dove ci sono stati contatti con le forze dell'ordine che hanno utilizzato manganelli e idranti.
A Piazza San Babila, a dare il via all'evento promosso da circa 70 sigle tra associazioni, partiti di sinistra e sindacati, era stato il gruppo musicale Modena City Ramblers con “Bella, Ciao”. Sul palco svettava uno striscione con la scritta “Buono come il pane, bello come l'antifascismo”, lo stesso del panificio di Ascoli Piceno.
Tante le bandiere in piazza, soprattutto quelle della pace, non mancano quelle del partiti, da Pd, Avs, Rifondazione comunista, oltre che della Palestina. In piazza è apparsa anche la segretaria del Pd Elly Schlein. «È grave che ci sia anche nel governo italiano chi dà sponda a raduni di questo tipo», ha affermato.
In piazza a Milano anche Angelo Bonelli di Avs: «Quello che va in scena oggi a Gallarate è un convegno che inneggia alla xenofobia, alla discriminazione e al razzismo, un'offesa ai valori della nostra Costituzione. È una manifestazione che, in base alla legge Mancino, andrebbe vietata. Oggi scendiamo in piazza per dire no all'odio e al razzismo, e per difendere la dignità della nostra democrazia».