Lo scorso 15 novembre è passato esattamente un anno dall'arresto di Alberto Trentini in Venezuela. Un anno di detenzione senza accuse formali. Un anno senza processo. Un anno di violazione dei diritti umani fondamentali.

Alberto, cooperante veneziano di 46 anni, stava portando aiuti umanitari a comunità di persone con disabilità quando è stato fermato a un posto di blocco e rinchiuso nel carcere di El Rodeo, vicino Caracas. Un uomo che ha dedicato vent'anni della sua vita ad aiutare gli altri, ridotto al silenzio da un sistema che non riconosce né la giustizia né la dignità.

La quintessenza umana

Ho scritto "La Formula" pensando alla speranza. Non quella ingenua, non l'ottimismo di chi non ha visto abbastanza. Parlo di quella speranza radicale che si manifesta quando tutto sembra perduto: un pezzo di pane diviso con uno sconosciuto, una coperta data a chi ha freddo, uno sguardo che dice "tu esisti".

Il racconto parla di Giulia, una catechista di quarant'anni che entra in crisi quando un bambino di otto anni le chiede: "Ma tu ci parli davvero con Gesù o fai finta?". Una domanda semplice che spacca in due una vita costruita su certezze mai interrogate.

Ma "La Formula" non è un racconto sulla perdita della fede. È un racconto sulla sua riscoperta, in una forma più vera, più nuda, più umana. Giulia trova la risposta in tre parole del Vangelo di Marco, nascoste in piena vista: "Gesù, fissatolo, lo amò". Prima di chiedergli l'impossibile. Prima di sapere se ce l'avrebbe fatta. Lo amò comunque.

Lo sguardo su chi non ce la fa

Perché dedicare questo racconto ad Alberto Trentini? Perché la grazia di cui parla Giulia, quello sguardo d'amore incondizionato che precede ogni risultato, è la stessa forza che sostiene chi resiste nelle situazioni più impossibili.

Alberto non è un eroe da libro. È un uomo che ha scelto, giorno dopo giorno, di stare dalla parte di chi ha bisogno. E oggi ha bisogno lui. La speranza che anima "La Formula" è la stessa che tiene in piedi un uomo in una cella di El Rodeo: non la certezza che tutto andrà bene, ma la decisione di restare umani anche quando l'umanità ti viene negata.

"La fede non è un esame. Non è una performance. Non è 'fai finta finché non diventa vero'. La fede è restare sotto quello sguardo. Anche quando non ce la fai. Soprattutto quando non ce la fai."

Dal racconto "La Formula"

Capitolo I: La domanda

Marco ha otto anni e gli occhi troppo fermi per la sua età. Alza la mano nel momento sbagliato. Cioè nel momento in cui sto spiegando la preghiera del mattino, quella che recito da trentacinque anni, quella che mia madre mi ha insegnato a quattro anni nel corridoio buio prima di andare a scuola.

«Catechista Giulia.»

Mi chiama così. Non Giulia. Catechista Giulia. Perché suo padre gli ha insegnato a rispettare i ruoli.

«Dimmi, Marco.»

«Ma tu ci parli davvero con Gesù o fai finta?»

Nove bambini smettono di respirare. L'aria della stanza si solidifica. Sento il ronzio del neon, quello che don Fabio promette di far riparare da tre anni.

Ho quarant'anni. Insegno catechismo da dodici. Ho preparato centoventisette bambini alla prima comunione. Ho risposto a domande sull'inferno, sul paradiso, sui dinosauri e su dove vanno i cani quando muoiono.

Non ho mai esitato.

«Certo che ci parlo.»

Marco annuisce. Abbassa la mano. Torna a guardare il foglio con il disegno del Buon Pastore.

Io continuo a parlare. La mia voce esce dalla bocca come sempre. Le parole sono quelle giuste, nell'ordine giusto. La lezione finisce. I bambini escono. I genitori ringraziano.

Ma qualcosa si è rotto.

Perché mentre dicevo «certo che ci parlo», mi sono guardata da fuori. Come quando ti alzi troppo in fretta e per un istante vedi la stanza da un angolo diverso.

E ho visto una donna di quarant'anni che mentiva a un bambino di otto.

Non dimentichiamo

"La Formula" è disponibile gratuitamente sul mio blog. Lo condivido perché credo che le storie abbiano un potere: quello di tenere viva l'attenzione su ciò che conta. Alberto Trentini non è un numero, non è una pratica diplomatica. È un uomo che ha bisogno che continuiamo a parlare di lui, a scrivere, a non dimenticare.

La quintessenza umana è la speranza. E noi possiamo essere parte di quella speranza.

* Tommaso Scicchitano è scrittore e autore del romanzo storico "Sole nero su San Giovanni in Fiore" e del saggio "Gravitazione Spirituale". Il racconto integrale "La Formula" è disponibile su tommasoautore.it