Linda e Jack, due gatti di casa di cinque e sei anni, non rappresentano certo un problema per la loro lettiera di ultima generazione. “Purobot Ultra” non si limita a raccogliere i bisogni: grazie a una telecamera con riconoscimento facciale distingue perfettamente il pelo grigio e bianco di Linda da quello rossiccio di Jack, registrando il peso di ciascuno e segnalando ai proprietari ogni variazione sospetta. Se un gatto urina più del solito o compaiono tracce anomale, l’app dedicata invia subito un allarme: possibili infezioni, diabete o problemi renali vengono intercettati senza bisogno di una visita veterinaria. Un lusso tecnologico da 748 euro, venduto anche in Italia, con oltre cinque milioni di utenti nel mondo.

Questa scena quotidiana racconta una rivoluzione ormai compiuta: l’animale domestico non è più solo un compagno di vita, ma un membro della famiglia. Secondo il quotidiano austriaco Der Standard, cani e gatti nel mondo hanno superato 1,5 miliardi, di cui 840 milioni vivono stabilmente in casa, spesso con stanze dedicate. In Corea del Sud oltre la metà dei passeggini venduti è destinata agli animali, mentre in Inghilterra il 45% dei proprietari li considera veri familiari, e uno su otto li inserisce persino nel testamento. Cure e attenzioni non hanno più limiti: Tac, protesi e chemioterapia non sono eccezioni.

Il fenomeno si riflette in cifre record. Entro il 2030 l’industria globale dei pet raggiungerà i 432 miliardi di euro tra alimenti, accessori, servizi e cure veterinarie. In Italia, solo nel 2024, il cibo per cani e gatti ha generato 3,125 miliardi di euro, mentre le spese veterinarie nel 2023 hanno toccato quota 1,13 miliardi, con cliniche aperte 24 ore su 24 e pronto soccorso sempre attivi.

Il culto dell’animale-figlio si estende anche al turismo. Se un tempo trovare un albergo “pet friendly” era un’impresa, oggi molti hotel non solo accolgono cani e gatti, ma offrono dog sitter, aree gioco e persino Dog TV, il primo canale pensato per telespettatori a quattro zampe. A New York l’NH Collection Madison Avenue apre un fascicolo per ogni ospite peloso, registrandone gusti e preferenze: al ritorno troverà in camera giochi e snack su misura. Airbnb segnala un +92% di viaggi con animali in tre anni, e l’Italia, nel primo trimestre 2025, figura tra le mete più richieste in Europa accanto a Cornovaglia, Parigi, Madrid e al pittoresco Gwynedd in Galles. Anche l’aeroporto di Fiumicino si è adeguato, inaugurando una pensione di lusso per cani, dove i viaggiatori possono “parcheggiare” l’amico a quattro zampe e ritrovarlo al ritorno.

Ma l’animale domestico non è solo una voce di spesa. Può trasformarsi in una fonte di reddito sorprendente. Su Instagram esistono circa due milioni di profili di cani e gatti con una media di 20mila follower, capaci di generare oltre 20 miliardi di euro complessivi dalla nascita del social. I contenuti vincenti? Video di cani che accolgono padroni commossi in stazione, gatti che cullano neonati, storie di randagi salvati all’ultimo minuto. Quando un cucciolo diventa un vero influencer, le aziende lo scelgono come testimonial di prodotti per animali, e i guadagni non arrivano certo in crocchette.

L’animale domestico, coccolato e “umanizzato”, è ormai al centro di un’economia globale in continua espansione. E la corsa al lusso hi-tech sembra appena iniziata.