L’ex deputata di Forza Italia, ora funzionaria di Nordio, è stata iscritta nel registro dell’inchiesta della procura di Roma per la scarcerazione del comandante libico
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Giusy Bartolozzi
Il capo di Gabinetto del ministero della Giustizia, Giusi Bartolozzi, a quanto si apprende, è stata iscritta nel registro degli indagati dalla procura di Roma, nell'ambito del procedimento per il caso di Osama Njeem Almasri, il comandante libico arrestato e poi rimpatriato dall'Italia nel gennaio scorso. Il Tribunale dei ministri, lo scorso mese, ha inviato per la stessa vicenda alla Camera la richiesta di autorizzazione a procedere per il sottosegretario Alfredo Mantovano, il ministro Matteo Piantedosi e il guardasigilli Carlo Nordio.
Sempre a quanto si apprende, il reato ipotizzato dalla procura è il 371 bis del Codice penale, che punisce «chiunque, nel corso di un procedimento penale, richiesto dal pubblico ministero o dal procuratore della Corte penale internazionale di fornire informazioni ai fini delle indagini, rende dichiarazioni false ovvero tace, in tutto o in parte, ciò che sa intorno ai fatti sui quali viene sentito». Prevista una pena fino a quattro anni di reclusione.
Secondo testimonianze ed atti del procedimento Bartolozzi avrebbe svolto un ruolo importante nella gestione del dossier aperto con l'invio da parte dell'Aja del mandato d'arresto per Almasri e del successivo scambio di comunicazioni all'interno del ministero tra il 19 gennaio, giorno dell'arresto del generale libico ed il 21, data del suo rimpatrio.
Due importanti riunioni si sono tenute a via Arenula in concomitanza con la diffusione della notizia. Bartolozzi ha prima visto il Guardasigilli Carlo Nordio, poi ha incontrato - per una riunione già prevista e riguardante altri temi - i due sottosegretari. A quanto trapela da ambienti di Via Arenula, la linea di Nordio in merito all'indagine su Bartolozzi resta quella di fare quadrato attorno alla sua capo di gabinetto, così come il ministro aveva già fatto intendere nelle scorse settimane.