Covid al Billionaire, parla Briatore: «Colpa dei clienti che stavano appiccicati»

In un’intervista rilasciata a La Stampa, l’imprenditore sottolinea che nel suo locale sono state rispettate tutte le regole: «Contingentare gli ingressi e predicare il distanziamento però non è bastato». E sugli attacchi sui social: «Sono il perfetto capro espiatorio»

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di Redazione
28 agosto 2020
12:58
Briatore al San Raffaele
Briatore al San Raffaele

«Al Billionaire abbiamo sempre rispettato le regole, facendo entrare il giusto numero di persone. Ma vedendo come andavano le serate non bastava contingentare gli ingressi e predicare il distanziamento: non ci può fare nulla nessuno se fai entrare 100 persone in mille metri quadri e loro stanno tutte appiccicate». Parla così, in un’intervista rilasciata a La Stampa, Flavio Briatore, proprietario del locale di Porto Cervo e attualmente positivo al Covid e ricoverato al San Raffaele di Milano.

 


 

Sulle proprie condizioni di salute, aggiunge: «Sono ricoverato in una stanza da solo. Non prendo ossigeno e tanto meno sono intubato. Mi sento bene - dice -. Non ho nulla di speciale. La temperatura è a posto, respiro bene e sono pure riuscito a lavorare. Anche se mi auguro di uscire presto».

 

«Quando sono arrivato in ospedale - racconta a proposito di come hanno scoperto la sua positività al coronavirus - mi hanno fatto il tampone, come fanno con qualunque paziente. Tutto lì. Ed eccomi isolato in una stanza. Per fortuna adesso ho una preoccupazione in meno, quella che mio figlio Falco, che ha 10 anni, avesse contratto il virus. Per fortuna stamattina è arrivato il referto dall'ospedale di Montecarlo ed è negativo».

 

Sui contagiati al Billionaire, Briatore afferma: «Stiamo seguendo ora dopo ora le condizioni di tutti. Stanno tutti bene, a parte un ragazzo che aveva precedenti patologie. Posso solo dirle che non appena è scattato l'allarme abbiamo disposto il tampone per tutti i dipendenti. Abbiamo saputo di ragazzi che a gruppi di 50 o 60 ordinavano le casse di champagne e se le andavano a bere sulla spiaggia insieme con i fornitori. Ballavano e facevano festa sino all'alba. Lì certo non potevamo intervenire».

 

Quanto al fatto che sui social mi chiamano ‘Briauntore’, «mi lascia indifferente - dice -. Sono un capro espiatorio perfetto, e la cosa era facilmente prevedibile».

 

 

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