Scontro sul Sommo

Cultura, il ministro Sangiuliano: «Dante padre della destra». E si scatena un putiferio

L’esponente del governo Meloni si è lasciato andare a considerazioni che hanno immediatamente scatenato un’alzata di scudi: «Ha qualche problema con la storia e la premier ha qualche problema con la scelta dei ministri»

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di Redazione
14 gennaio 2023
20:26
La statua di Dante. Nel riquadro, il ministro Sangiuliano
La statua di Dante. Nel riquadro, il ministro Sangiuliano

«Lo so, è un’affermazione forte: il fondatore del pensiero di destra in Italia è stato Dante Alighieri: la destra ha cultura, deve solo affermarla».
Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano intervistato da Pietro Senaldi nel corso della kermesse milanese di FdI, lancia quella che è un’affermazione che già fa discutere.

«Quella visione dell'umano della persona la troviamo in Dante - ha aggiunto Sangiuliano - ma anche la sua costruzione politica credo siano profondamente di destra. Ma io ritengo che non dobbiamo sostituire l'egemonia culturale della sinistra, quella gramsciana, a un' altra egemonia, quella della destra. Dobbiamo liberare la cultura che è tale solo se è libera, se è dialettica».


Immediate le repliche. «Il ministro Sangiuliano lasci stare almeno Dante - afferma Irene Manzi, capogruppo Pd in commissione cultura - capiamo che è un ottima fonte di pubblicità e che al ministro piace pronunciare parole in libertà, ma non scomodiamo il padre della lingua italiana per analisi risibili e caricaturali. Invece di pensare a governare, all'inflazione che si mangia gli stipendi, alla benzina che rincara, si impossessano - senza timore di sembrare ridicoli - anche di Dante. Se non fosse un momento drammatico per il Paese ci sarebbe da ridere. Le parole improbabili del ministro Sangiuliano indicano chiaramente la qualità dell'esecutivo Meloni: tante chiacchiere e zero fatti.

«Se il ministro Sangiuliano deve andare a scomodare Dante per trovare un riferimento culturale alla destra, il ministro della cultura ha qualche problema con la storia e la Meloni ha qualche problema con la scelta dei ministri», scrive su Twitter Raffaella Paita, presidente del Gruppo Azione-Italia Viva in Senato.

«Non ci spieghiamo come il ministro Sangiuliano abbia potuto considerare il sommo Poeta come 'il fondatore del pensiero di destra in Italia' - commenta il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli -. Basterebbe il fatto che Dante stava con i guelfi bianchi e chi lo ha esiliato sono i neri: ogni altra considerazione è superflua. Per questo il ministro della Cultura fa riferimenti culturali sbagliati, perché dovrebbe sapere che Dante nel 1302 fu costretto all'esilio proprio perché militava nei guelfi Bianchi e voleva uno stato laico, attaccava duramente il trasformismo della politica e auspicò la funzione regolatrice del diritto e la socialità dell'uomo, temi che non sono propri della destra di Giorgia Meloni. Quindi consigliamo al ministro di lasciare perdere Dante, perché i riferimenti culturali della destra oggi sono Trump e Bolsonaro».

 

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