«Non mi sento preoccupata, perché non lo sono stata nemmeno per tutta la vicenda Visibilia, che finalmente abbiamo chiuso». Così Daniela Santanchè ha commentato la decisione del tribunale fallimentare di Milano che ha aperto la procedura di liquidazione giudiziale per Ki Group Holding, un’altra delle società del gruppo del cibo biologico un tempo guidato proprio dalla ministra e dall’ex compagno, Giovanni Canio Mazzaro.

La reazione della ministra del Turismo è arrivata a margine di un evento sulla sostenibilità ambientale a Roma. «Queste sono aziende che ho lasciato da molto tempo, che sono del padre di mio figlio, me ne dispiace ma non mi sento coinvolta», ha spiegato. «Sono tre anni particolari, vado avanti con un’unica sicurezza: che sono dalla parte del giusto».

La posizione di Santanchè, già indagata per bancarotta per il fallimento di Ki Group Srl, sembra chiara: prendere le distanze e rivendicare la propria estraneità ai fatti. Eppure la nuova procedura di liquidazione giudiziale per Ki Group Holding, dopo i casi Visibilia e Bioera, alimenta ancora di più le polemiche e i sospetti. 

L’accusa di bancarotta, infatti, potrebbe presto estendersi anche a questa nuova vicenda. La domanda che molti si pongono è fino a quando Giorgia Meloni continuerà a coprire la ministra, mentre la giustizia apre fascicoli sempre più pesanti sul suo passato imprenditoriale.

Per ora Santanchè tira dritto e si dice serena. Ma la politica, dopo questa ennesima doccia gelata per la maggioranza, si interroga: quante inchieste dovrà ancora affrontare la “pitonessa” prima che diventi davvero un problema per il governo?