La capitale ucraina è al buio con la gente terrorizzata. Vigili del fuoco in azione per estrarre diverse persone dalle macerie
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Missili e droni sui cieli di Kiev
Kiev, notte del 14 novembre 2025, una notte di puro terrore per la capitale ucraina. Le sirene antiaeree hanno squarciato il silenzio mentre centinaia di droni e missili russi piovevano sulla città, incendiando palazzi e scuole, distruggendo strade e infrastrutture. L’aria era densa di fumo e paura, mentre le famiglie cercavano rifugio nei sotterranei e nei bunker improvvisati.
Secondo le prime notizie, la città è al buio, c’è fumo dappertutto, la gente è terrorizzata. I vigili del fuoco e i soccorritori hanno estratto diverse persone dalle macerie, tra urla e polvere. Altre esplosioni vengono segnalate in altre città, colpite da centinaia di droni, in una pioggia di bombe e distruzione. Il bilancio al momento è di almeno un morto e 15 feriti.
Diverse esplosioni sono state segnalate nella capitale a partire dalle 00:45 ora locale, secondo testimoni. Il sindaco Vitali Klitschko riferisce che i detriti di un drone hanno colpito un edificio residenziale di cinque piani nel quartiere Dniprovskiy. Un incendio è stato segnalato anche in un palazzo di quello di Podilskyi. Interruzioni di corrente vengono segnalate in diversi quartieri della città
È la guerra di Vladimir Putin che torna a farsi sentire con rabbia cieca: un attacco contro un Paese indipendente, pacifico, che difende la propria libertà. Ogni missile, ogni esplosione, ogni drone abbattuto racconta la brutalità di una campagna militare che sembra non conoscere fine.
La città è in ginocchio, ma non piegata. Kiev resiste, i suoi cittadini lottano tra paura e coraggio, mentre il mondo osserva attonito la furia di una guerra che continua a fare vittime innocenti, a seminare sofferenza, e a sfidare la coscienza di chi ancora spera in una pace possibile.

