Il Time dedica la sua ultima copertina a Giorgia Meloni. La premier italiana viene definita “una delle figure più interessanti d’Europa”, protagonista di un lungo ritratto firmato dal capo dell’ufficio di Washington dello storico magazine, Massimo Calabresi. Il titolo dell’articolo è chiaro: “Where Giorgia Meloni is taking Europe”, ovvero “Dove Giorgia Meloni sta portando l’Europa”. Una domanda che il Time affronta tracciando un bilancio dei quasi due anni di governo, tra continuità istituzionale e tentativi di ridefinire l’identità della destra continentale.

Il ritratto parte dal contesto in cui Meloni è salita al potere, nell’ottobre del 2022, alla guida di un partito – Fratelli d’Italia – le cui origini sono legate alla tradizione postfascista. Una realtà, scrive il magazine, che ha suscitato diffidenze e allarmi sia in Italia sia all’estero. “I critici in Italia e in tutta Europa – si legge – hanno interpretato i suoi appelli all'orgoglio nazionale e alla difesa della ‘civiltà’ occidentale come segnali di una svolta ultranazionalista per l'ottava economia del mondo”.

Tra i primi a esprimere preoccupazioni, ricorda l’articolo, fu il presidente americano Joe Biden, che indicò la sua elezione come esempio delle minacce che l’autoritarismo può rappresentare per le democrazie. Tuttavia, secondo il Time, Meloni “ha spiazzato i suoi detrattori”. In politica interna ha assunto posizioni più centriste rispetto ad alcune delle sue promesse elettorali, come il blocco navale per fermare l’immigrazione via mare. In politica estera, si è mostrata “più una conservatrice pragmatica che una rivoluzionaria di destra”, sottolinea il giornalista.

Secondo il Time, Meloni ha sorpreso molti osservatori per il modo in cui ha abbracciato l’alleanza atlantica, l’Unione Europea e la causa ucraina. Si è distinta per l’impegno nel sostegno a Kyiv e ha cercato di rafforzare il rapporto con gli Stati Uniti, posizionandosi su una linea più dura nei confronti della Cina. A Washington, scrive Calabresi, ha lavorato “per ricomporre le relazioni tese tra l'America e l'Europa all'inizio del secondo mandato del presidente Donald Trump”.

Il servizio cita anche la visita della premier alla Casa Bianca, lo scorso aprile, come momento emblematico della sua ascesa nella scena internazionale. Meloni – racconta l’articolo – si è preparata all’incontro con Trump con una serie di schede dettagliate sulle questioni più sensibili, cercando di evitare qualsiasi passo falso. Durante il colloquio, il tema centrale è stata la guerra in Ucraina. Meloni ha difeso con fermezza la necessità di sostenere il presidente Zelensky e ha mantenuto la calma anche nei momenti più delicati. “Lui è un combattente, e io sono una combattente”, ha detto Meloni al Time.

La premier italiana, scrive ancora Calabresi, ha guadagnato il rispetto di figure politiche di orientamenti diversi, dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen al presidente Biden, fino al senatore repubblicano J.D. Vance. Il Time descrive la sua leadership come “una sintesi insolita”: populista e nativista, ma al tempo stesso filo-occidentale e impegnata a rafforzare le strutture dell’Europa unita. In questo equilibrio, il magazine individua l’originalità del suo approccio: un “nuovo nazionalismo” che non rompe con Bruxelles, ma cerca di influenzarne l’agenda.

Il profilo approfondisce anche il progetto di Meloni di rafforzare l’esecutivo italiano con una riforma istituzionale in chiave presidenzialista. Un’iniziativa che, secondo i critici, potrebbe rappresentare un rischio per gli equilibri democratici. Ma il Time sottolinea che, fino a oggi, l’Italia è “ben lontana dal governo autoritario che alcuni temevano”. Meloni – si legge – “sostiene un modello democratico in grado di includere anche i partiti dell'estrema destra, invece di escluderli a priori”. Un approccio, secondo sostenitori come J.D. Vance, che rappresenterebbe un argine contro la deriva autoritaria, integrando forze altrimenti marginalizzate.

Meloni respinge le accuse sul suo passato ideologico come parte di una narrazione strumentale. “Mi hanno accusata di tutto – dice – dalla guerra in Ucraina alle morti nel Mediterraneo. Semplicemente perché non hanno argomenti”. E aggiunge: “Non sono razzista. Non sono omofoba. Non sono tutte le cose che dicono di me”.

Il Time non nasconde che il suo governo resta oggetto di un acceso dibattito, soprattutto per il rapporto con la stampa, i diritti civili e le tensioni con l’opposizione. Ma conclude il suo ritratto riconoscendo che la premier italiana ha saputo conquistare un ruolo centrale nella nuova geografia politica europea. E osserva che la sua traiettoria personale – da attivista postfascista a leader moderata e riconosciuta a livello internazionale – pone domande cruciali sul futuro dell’Europa e sul volto che la destra potrà assumere nei prossimi anni.