Il caso

Ilaria Salis in aula con mani e piedi legati: al via a Budapest il processo alla militante antifascista milanese

La 39enne è accusata di aver partecipato ad aggressioni contro estremisti di destra. Tajani chiede «al governo ungherese di vigilare e di intervenire affinché vengano rispettati i diritti previsti dalle normative comunitarie»

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di Redazione
29 gennaio 2024
18:59

Si è aperto ed è stato aggiornato al 24 maggio il processo che si celebra a Budapest a carico di Ilaria Salis, l'italiana accusata di aver aggredito due estremisti di destra nella capitale ungherese. La militante antifascista milanese 39enne si è dichiarata non colpevole. 

Ilaria Salis è comparsa in aula in catene, con le manette ai polsi e i piedi legati da ceppi di cuoio con lucchetti. Lo ha constatato l'Ansa in aula a Budapest dove la donna è entrata accennando un sorriso rivolto al pubblico. Una donna delle forze di sicurezza la trascinava per una catena. Salis indossava un maglione chiaro a strisce orizzontali e teneva in mano una borsa scura.


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Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani su X chiede «al governo ungherese di vigilare e di intervenire affinché vengano rispettati i diritti, previsti dalle normative comunitarie, della cittadina italiana Ilaria Salis detenuta in attesa di giudizio». 

Salis, durante questa udienza preliminare svoltasi davanti a una “corte municipale”, ha comunicato con i magistrati attraverso una traduttrice dichiarandosi non colpevole, con voce bassa ma decisa. Sul banco degli imputati c'erano anche due coimputati, un uomo e una donna tedeschi, anche loro accusati di aggressioni compiute nel febbraio scorso in strade della capitale ungherese ad estremisti di destra.

Una magistrata ha parlato a lungo esponendo l'atto di accusa che ha portato al rinvio a giudizio secondo il quale gli imputati fanno parte di un'organizzazione estremista di sinistra, formata in Germania e composta soprattutto da giovani che, oltre partecipare a manifestazioni e dimostrazioni, avevano pianificato di lottare con aggressioni fisiche contro simpatizzanti di estrema destra di ideologia neonazista e neofascista. La pm ha sostenuto che i tre avevano l'obbiettivo di malmenare le vittime con mezzi in grado di uccidere durante aggressioni a sorpresa. Nel febbraio scorso i tre si erano recati a Budapest in occasione di un raduno neonazista proprio con questo scopo.

Salis, presentata come l'imputata principale, sempre secondo la pm ha partecipato a più aggressioni causando lesioni corporali aggravate, in «associazione per delinquere», a due persone e ha concorso in un reato simile ai danni di una terza. Vista la pericolosità degli atti compiuti, la magistrata ha chiesto come previsto una pena di 11 anni di carcere.
   

 

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