India travolta dal Covid, parte la missione italiana: porterà un sistema per autoprodurre ossigeno

Il team è composto da dodici professionisti tra cui tre medici specializzati, due infermieri, un anestesista, un infettivologo, un urgentista e quattro tecnici

2 maggio 2021
20:40
Il team italiano in partenza, foto dalla pagina fb della Protezione civile
Il team italiano in partenza, foto dalla pagina fb della Protezione civile

È partito, oggi pomeriggio, dall'aeroporto di Torino Caselle il C-130 messo a disposizione dall'Aeronautica Militare per il team italiano che fornirà supporto al sistema sanitario dell'India. La missione, coordinata dal dipartimento nazionale di Protezione Civile, è composta in gran parte da personale della Maxiemergenza 118 della Regione Piemonte; ne fanno parte un medico della Regione Lombardia e una rappresentante del Ministero della Salute.

A salutare la partenza del gruppo sulla pista dello scalo torinese l'assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, rappresentanti del Dipartimento di Protezione civile, dell'Aeronautica militare e dell'Aeroporto di Torino. La missione, che rientra nell'ambito del Meccanismo europeo di Protezione civile ed è al comando del responsabile della Maxiemergenza del Piemonte, Mario Raviolo, consentirà di dotare le autorità sanitarie indiane di un sistema per la produzione di ossigeno messo a disposizione dalla Regione Piemonte, in grado di rifornire un intero ospedale, insieme a 20 respiratori polmonari donati dalla Struttura del Commissario straordinario per l'Emergenza coronavirus. La destinazione finale sarà l'Itbp Hospital di Greater Noida, Delhi.


«Portiamo in India un collaudato sistema di autoproduzione di ossigeno 93% Psa (Pressure Swing Adsorption) che produce 61.800 litri di ossigeno all'ora - spiega Raviolo -, con la capacità di rifornire in continua 68 pazienti intubati, oppure 17 pazienti in caschi Cpap ad alto flusso, oppure 103 pazienti che necessitino di ossigenoterapia. Lavoreremo - prosegue Raviolo - all'installazione delle apparecchiature e alla formazione degli addetti locali, attraverso un team di dodici professionisti, tra cui tre medici specializzati, due infermieri, un anestesista, un infettivologo, un urgentista e quattro tecnici». La missione ha una durata prevista di un paio di settimane.
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