La sera del 26 maggio 2023 tre bambini restano soli nell’attico della coppia. La tata parla di una sorveglianza continua, ma secondo i pm le sue versioni non coincidono con le verifiche investigative. Il giudice dovrà decidere a dicembre
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Francesco Totti e Ilary Blasi
Nelle carte dell’inchiesta il punto centrale è uno solo: dalle 21 a mezzanotte del 26 maggio 2023 tre bambini sono rimasti nell’attico e superattico della casa romana di Francesco Totti senza un adulto presente. È su questa sequenza che nasce l’accusa di abbandono di minore che oggi coinvolge non solo l’ex capitano giallorosso, ma anche la compagna Noemi Bocchi e perfino la tata rumena che quella sera, secondo la ricostruzione difensiva, avrebbe dovuto garantire una presenza costante. Una certezza che però, alla luce di tabulati, riprese video e testimonianze, appare molto più fragile. A tal punto che la procura, dopo mesi d’indagine, ha chiesto l’archiviazione del fascicolo. Una richiesta a cui però si oppone con decisione Ilary Blasi, assistita dai propri legali, che ritiene invece quel vuoto di vigilanza una condotta grave e potenzialmente rischiosa.
La sera in questione, la più piccola dei tre figli avuti da Totti e Blasi era affidata al padre. La conduttrice, all’estero per lavoro, la chiama e si rende conto che la bambina è sola. Si spaventa e avverte prima l’ex compagno, poi la madre. È la nonna, alle 22:56, a telefonare al 112 spiegando che nell’appartamento ci sono tre bambini, uno dei quali con un precedente problema respiratorio, e chiedendo immediati accertamenti. La volante arriva nel piazzale alle 23:20, ma resta ferma: gli agenti annotano di voler attendere l’arrivo di personale femminile prima di salire. In quei minuti si muove una catena di telefonate che, secondo gli atti, porta il dirigente di polizia Massimo Improta a contattare alcune persone vicine all’ex capitano. Nel giro di pochi minuti, il messaggio arriva allo stesso Totti, seduto a cena con la compagna, che rientra però con calma e solo dopo quasi mezz’ora dall’avviso.
Nel frattempo, alle 23:50, arriva Cristian, allora 17enne. Viene identificato nel piazzale e lasciato salire da solo. Gli agenti non lo accompagnano e non verificano le condizioni dei minori. Solo alle 23:57 compare la tata, che vive nello stesso palazzo, salita dopo aver parlato con il portiere, suo compagno. Quando gli agenti entreranno nell’attico, poco dopo la mezzanotte, la donna sarà già presente. Agli avvocati di Blasi, dirà di essere stata nell’appartamento “dalle 21 a mezzanotte”, ma dalla ricostruzione dei pm risulta che sia entrata solo pochi minuti prima del ritorno della coppia. Il tema dell’affidamento diventa così centrale nella valutazione penale: per l’accusa, i bambini non erano privi di punti di riferimento perché la tata “verosimilmente” sarebbe potuta intervenire in tempi rapidi; per i legali della conduttrice, invece, nessuna istruzione formale era stata data alla donna e la bambina più piccola era in realtà sola al piano superiore.
Il punto di frattura giuridico è qui: per i magistrati non emerge un pericolo concreto, mentre per l’opposizione dell’ex moglie l’assenza di controllo diretto per oltre due ore, in un’abitazione su due livelli, con terrazzi, scale e accesso a ogni ambiente, rappresenterebbe di per sé un rischio inaccettabile. I video girati da Blasi, allegati alla memoria depositata al gip, mostrano la bambina sola nella casa vuota, mentre l’analisi dei tabulati telefonici prova che la tata non fosse presente per la maggior parte della serata.
Da questa divaricazione nascono due narrazioni opposte. Quella dei pm tende a minimizzare il rischio, parlando di un contesto “sotto controllo”, con la più piccola munita di telefono e due bambini più grandi in casa. Quella di Blasi, invece, insiste sulla mancanza totale di sorveglianza, sui ritardi negli interventi e sulla possibilità che, in caso di emergenza, nessuno sarebbe stato in grado di intervenire. È su questi due piani che ora il giudice, il prossimo primo dicembre, dovrà decidere se archiviare definitivamente o procedere oltre.
In mezzo resta la percezione pubblica, inevitabilmente condizionata dal fatto che i protagonisti sono due personaggi tra i più noti d’Italia. Ma ciò che uscirà dal tribunale non misurerà la popolarità di Totti, né i rapporti tra i due ex coniugi: definirà invece il perimetro legale entro cui la giustizia valuterà l’assenza di un adulto durante tre ore notturne in cui tre minori, in un grande appartamento, sono rimasti soli. Per la procura non ci fu pericolo. Per l’ex moglie, l’opposto. Il resto lo dirà il gup.

